Premesso che
in un’intervista rilasciata ad un settimanale locale, il Sindaco di Ravenna rispondendo ad una domanda sullo stato di salute dell’economia comunale afferma “al momento la situazione è migliore di quella che potevamo sperare. E i dati in crescita sembrano essere strutturali, siamo ormai tornati alla normalità, come ci dice anche il governo”.
Posto che
non la pensano così le associazioni degli imprenditori ravennati che nei giorni precedenti e seguenti all’intervista, hanno manifestato forti preoccupazioni per gli ingenti costi legati al caro bollette e ai rincari delle materie prime, dei prodotti e dei semilavorati.
Tali vertiginosi aumenti si ripercuotono anche sui beni di prima necessità e di consumo, mettendo in crisi un numero sempre più consistente di famiglie ravennati.
Evidenziato che
negli ultimi 2 anni molte aziende commerciali, artigianali, di servizio e industriali hanno chiuso lasciando senza lavoro centinaia di ravennati, non ultimi gli oltre 160 dipendenti della Tozzi Sud e della Tozzi srl;
preso atto che
in data 31 gennaio 2022 Confcommercio Ravenna afferma “Siamo al tracollo”. In data 21 gennaio 2022, Legacoop e Confcooperative Agci Ravenna dichiarano in merito al caro energia: “Servono interventi tempestivi per aiutare famiglie e imprese”.
In data 21 gennaio 2022 Confindustria Romagna afferma: “Caro bollette, costi energetici raddoppiati per le imprese romagnole: Dato senza precedenti”.
Sulla stessa linea anche Cna, Confesercenti e Confcommercio;
ritenuto che
le dichiarazioni del Sindaco di Ravenna siano del tutto scollegate dalla realtà e dalla gravità della situazione che sta facendo precipitare nel baratro numerose altre aziende e famiglie.
Si interroga il Sindaco e la Giunta Comunale per sapere:
1. se non ritenga di dover rettificare l’affermazione nella quale asserisce che la situazione economica sia migliore del previsto;
2. se ritenga, invece, ingiustificate le affermazioni sulla gravità della situazione economica accentuata dal caro energia espresse dalle associazioni delle imprese, dai sindacati e dalle associazioni dei consumatori;
3. se nell’affermare che vi è una ripresa economica abbia tenuto conto del valore dell’inflazione e dell’aumento dei prodotti petroliferi e del gas.