Il Consiglio Comunale di Ravenna
Premesso che
– diverse leggi di iniziativa parlamentare stanno andando nella direzione di chiedere a tutti i Comuni Italiani di istituire per norma la figura del “Garante dei Diritti degli Anziani”.
Considerato che
La Carta Europea dei diritti e delle responsabilità delle persone anziane bisognose di cure ed assistenza a lungo termine sancisce che “La dignità umana è inviolabile. L’età e la condizione di dipendenza non possono essere motivo di restrizione di diritti umani inalienabili e di libertà civili riconosciute a livello internazionale ed inseriti nelle Costituzioni Democratiche. Tutti, senza riguardo all’età o alla condizione di dipendenza, hanno il diritto di godere dei diritti e delle libertà e di difendere i loro diritti umani e civili. L’Unione Europea riconosce e rispetta i diritti delle persone anziane, che hanno maggiori probabilità di diventare dipendenti per bisogno di cure, di condurre una vita dignitosa ed indipendente e di partecipare alla vita sociale e culturale. Ogni restrizione di questi diritti, se a causa dell’età o della dipendenza, deve basarsi su una chiara definizione legale e su un trasparente procedimento legale, deve essere proporzionata, rivisitabile e deve soprattutto tenere nel massimo interesse la parte coinvolta. Disattendere o limitare questi diritti deve essere considerato inaccettabile. Gli Stati Membri debbono sviluppare politiche che promuovano questi diritti in casa che negli istituti di cura, nonché dare supporto a coloro che li affermano e sostengono”:
– le misure di protezione degli anziani sono declinate in diversi ambiti legislativi, regionali, nazionali ed europei. L’attenzione è talmente elevata che anche la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea del 2000, all’art.21 afferma che “è vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali” ed all’articolo 25 afferma che “L’Unione riconosce e rispetta il diritto degli anziani di condurre una vita dignitosa e indipendente e di partecipare alla vita sociale e culturale”;
– l’invecchiamento attivo è una parte essenziale anche della strategia Europa 2020 che mira a offrire una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva con elevati livelli di occupazione, produttività e coesione sociale, anche attraverso la promozione di approcci più positivi per i lavoratori anziani protagonisti anche nella trasmissione di saperi verso le nuove generazioni;
l’Unione Europea “combatterà l’esclusione sociale e la discriminazione, promuoverà giustizia sociale e protezione sociale, parimenti per donne e uomini, solidarietà tra le generazioni”
Posto che
secondo la Carta Europea dei diritti degli anziani “gli anziani rappresentano un patrimonio per la società, non solo perché in loro si identifica la memoria culturale di una popolazione, ma anche perché sempre più costituiscono una risorsa umana attiva, un contributo di energie e di esperienze del quale la società può valersi”;
Evidenziato che
recenti ricerche cliniche e sociali evidenziano il fatto che, pur essendo presente nella nostra società un numero sempre maggiore di persone di età anagrafica avanzata che si trova in buone condizioni psicofisiche e quindi in grado di svolgere una vita attiva sotto tutti i profili, tuttavia esistono anche delle condizioni nelle quali l’anziano è al contrario una persona fragile, sia fisicamente che psichicamente, per cui la tutela della sua dignità necessita di maggiore attenzione nell’osservanza dei diritti della persona, sanciti per la generalità dei cittadini. La valorizzazione del ruolo dei più anziani e della loro cultura si fonda principalmente su azioni educative della popolazione volte al riconoscimento ed al rispetto dei loro diritti, oltre che sull’adempimento puntuale di una serie di doveri da parte della società. Di questi, il primo è la realizzazione di politiche che garantiscano ad un anziano di continuare ad essere parte attiva nella nostra società, ossia che favoriscano la sua condivisione della vita sociale, civile e culturale della comunità.
La società deve essere disponibile e preparata ad affrontare i problemi della terza età, sia della parte sana e ancora attiva come di quella fragile, e per farlo ha necessità di costruire un supporto normativo da attuare in maniera organica e programmata, riconoscendo i giusti diritti dell’anziano e impedendo possibili discriminazioni, che tendono non raramente ad emergere nella società.
L’indice di vecchiaia rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione. È il rapporto percentuale tra il numero degli ultra-sessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni.
Visto che
l’emergenza sanitaria legata al Covid ha purtroppo evidenziato l’esigenza di mettere al centro delle politiche la terza età e le politiche di assistenza primaria.
Uno studio eseguito dall’European Centre for Social Welfare Policy and Resarch, con lo scopo di monitorare e valutare le politiche dei governi nel sostenere i diritti delle persone anziane con bisogni di assistenza e sostegno, ha messo in evidenza le criticità di molte nazioni europee, ma anche dell’Italia, a garantire il rispetto dei diritti delle persone anziane. La Carta costituzionale enuncia tre princìpi tutti egualmente riferibili alla condizione dell’anziano, quali il principio di giustizia sociale (articolo 3), che ritiene compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana, il principio di solidarietà (articolo2), che assegna alla Repubblica il compito di riconoscere e di garantire i diritti inviolabili dell’uomo e che richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà economica e sociale e, infine, il principio del diritto alla salute (articolo 32), che affida alla Repubblica il compito di tutelare la salute dell’individuo e di garantire cure gratuite agli indigenti;
É compito delle Istituzioni tutelare l’anziano come individuo, agendo sull’opinione pubblica e sulle istituzioni competenti, affinché ogni suo diritto non debba essere ripristinato a posteriori ma adeguatamente garantito a priori;
Considerata inoltre che
al fine di riconoscere e attuare i diritti sopra menzionati appare indispensabile l’istituzione, già a livello comunale, di un Garante dei diritti degli anziani onde assicurare una capillarità di azione. Il Garante dei diritti degli anziani è un istituto indipendente, di stimolo, di promozione, che non si occupa prioritariamente dei singoli casi, ma del rispetto dei diritti di tutte le persone anziane nell’agire dell’Amministrazione e degli altri soggetti che operano nella comunità, non come organo sovraordinato, ma come figura terza di garanzia
impegna il Sindaco e la Giunta a:
1. adoperarsi, come già in altri comuni d’Italia è stato fatto, per istituire la figura istituzionale del “Garante dei Diritti degli Anziani” nel Comune di Ravenna;
2. avviare l’iter necessario per la stesura di un regolamento che ne inquadri la figura quale “Garante dei Diritti degli Anziani”.