Le contraddizioni fra il decreto bollette che dice di aumentare le estrazioni di metano dai giacimenti nazionali ed il Pitesai (piano regolatore) che invece limita fortemente le zone da cui si può estrarre, rischiano di fare rimanere Ravenna ed il settore gas all’asciutto. I toni trionfalistici con i quali si è data la notizia dell’approvazione del Pitesai, grazie alla quale sarebbero ripartiti gli investimenti a Ravenna, scontrano con una realtà, per ora ben diversa.
Prima di tutto si deve sottolineare che il nuovo piano regolatore sposta, per l’alto Adriatico il limite di rispetto ben oltre le 12 miglia, quasi a toccare il limite delle acque territoriali, precludendo, quindi, lo sfruttamento di molte aree ricche di gas, inoltre si deve notare come saranno ripartiti i finanziamenti.
Nel 2021 l’Italia ha estratto 3,4 miliardi di metri cubi di gas (5,6 nel 2017 e 20 miliardi negli anni ’90), inizialmente si era parlato di raddoppiare tale quantità, poi successivamente si è ridotto l’aumento a circa 2,5 miliardi di metri cubi, questo con un investimento di 2 miliardi di euro. Questi investimenti saranno indirizzati per oltre il 70% ai giacimenti siciliani di Argo e Cassiopea, la restante parte fra e Marche e Ravenna, vale a dire briciole.
C’è da notare che i giacimenti dell’alto Adriatico sono circa cinque volte maggiori di quelli siculi ed un loro sfruttamento darebbe notevole impulso alla economia della nostra città quanto sia a commesse che a posti di lavoro, tuttavia il Pitesai ne preclude lo sfruttamento. Fa sorridere che subito oltre il confine delle acque territoriali il giacimento croato Izabela, da oltre 20 anni estrae metano. In definitiva quella che in Italia è considerata la città del metano rischia di ottenere solo briciole nella strategia di rilancio del gas nazionale. Chi doveva difendere l’interesse economico della nostra città a quanto pare non lo ha fatto. È fondamentale attivarsi e noi lo faremo, per rivedere sia la ripartizione dei finanziamenti sia lo stesso piano regolatore che preclude tutta una serie di giacimenti dai quali, tuttavia, i nostri dirimpettai estraggono metano che poi magari ci vendono.