Nella seduta di ieri (per chi volesse rivederla http://bit.ly/archivio-sedute-cc) il consiglio comunale ha approvato l’adesione del Comune di Ravenna alla Destinazione turistica Romagna, proposta dalla Provincia sulla base della legge regionale 4/2016, e la bozza di statuto che regolamenta il nuovo ente pubblico strumentale degli enti locali.
Hanno votato a favore i gruppi di maggioranza e CambieRà (22 consiglieri); contrari Lega Nord, Alberghini e Lista per Ravenna (5 consiglieri), astenuto il gruppo Ravenna in Comune (1 consigliere).
Sono stati respinti tre emendamenti (allegati) presentati da Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna: i primi due con 19 voti contrari (gruppi di maggioranza) e 9 favorevoli (Lega Nord, CambieRà, Alberghini, Lista per Ravenna e Ravenna in Comune), il terzo con 20 voti contrari (gruppi di maggioranza e Ravenna in Comune) e 8 favorevoli (Lega Nord, CambieRà, Alberghini e Lista per Ravenna).
La delibera è stata illustrata dall’assessore al Turismo Giacomo Costantini.
E’ stata spiegata la “ratio” della legge regionale 4/2016, che consente di riunire sotto un unico brand turistico, denominato Destinazione Romagna, ben quattro province, per rilanciare un prodotto turistico ancora più forte e competitivo che, da Rimini a Ferrara, presenta un’offerta ampia e variegata.
E’ stata quindi illustrata la struttura del nuovo ente pubblico strumentale che prevede un consiglio di amministrazione e le figure del presidente, del revisore unico e del direttore. Di queste solo il direttore sarà retribuito, mentre per gli altri non sono previsti compensi né gettoni di presenza.
Il consiglio di amministrazione sarà formato da un minimo di 9 ad un massimo di 14 consiglieri mentre i dipendenti della Destinazione, una volta definito il piano operativo, saranno selezionati tra i dipendenti già in carico alla Regione.
La sede amministrativa è stabilita a Rimini dove è già insediata l’APT Servizi.
Le sedi operative verranno stabilite successivamente. Per velocizzare e migliorare i tempi di confronto sarà possibile deliberare tramite video conferenza. Destinazione Romagna si sosterrà con i finanziamenti regionali e con le quote degli enti pubblici che verranno definite successivamente dall’Assemblea, come prima era per le Unioni di prodotto.
Sono intervenuti i consiglieri Gianfilippo Nicola Rolando (Lega Nord), Chiara Francesconi (Pri), Massimiliano Alberghini (gruppo Alberghini), Samantha Tardi (CambieRà), Samantha Gardin (Lega Nord), Marco Frati (Pd), Raffaella Sutter (Ravenna in Comune), Patrizia Strocchi (Pd), Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna), Daniele Perini (AmaRavenna), Michela Guerra (CambieRà), Mariella Mantovani (Pd).
Lega Nord ha motivato la propria posizione contraria sostenendo che si tratta di un progetto che punta ad aumentare le presenze ma non tiene conto delle esigenze di chi già soggiorna da tempo nelle nostre località. Il gruppo ritiene la riforma un crogiuolo di idee che si spegneranno per mancanza di una linea comune e lo statuto lacunoso. Sostiene che si creeranno nuove “poltrone”.
Per il Pri è invece una opportunità che dovrebbe consentire di superare la frammentazione del territorio, presentando un impianto affascinante e una sfida per Ravenna, senza tuttavia nascondersi il rischio che si corre per la presenza di centri turistici più affermati come Rimini.
Secondo il gruppo Alberghini, contrario, la riforma è concettualmente valida, ma ritiene la bozza di statuto farraginosa e incompleta in quanto non definisce i rapporti economici; contesta inoltre la scelta di Rimini come sede legale ed è perplesso sul peso eccessivo che questa città potrà giocare nel contesto.
Per CambieRà, favorevole, la riforma è necessaria per creare un prodotto territoriale unico e ragionare secondo visioni più ampie. Ritiene Ravenna in grado di non sfigurare. Apprezza la passione che l’assessore mette nell’argomento.
Per Ravenna in Comune, astenuta, non ci sono alternative all’adesione e la scelta può essere un’opportunità pur in presenza di dubbi irrisolti circa lo statuto che avrebbe potuto contenere meccanismi di maggiore tutela per il territorio ravennate.
Il Pd, favorevole, ha evidenziato che la Destinazione Romagna consente di superare i campanilismi e i singoli prodotti turistici; che le fonti di finanziamento sono ben esplicitate e le nomine non prevedono oneri mentre è giustificata la retribuzione del direttore, pertanto non si creano “poltrone”.
Lista per Ravenna si è detta contraria perché non c’era bisogno di creare un nuovo ente ma potevano essere utilizzati altri strumenti. Pur concordando sul fatto che il turismo non vada trattato in termini di campanile, ha espresso la convinzione che un’azione amministrativa così complessa necessitasse di maggiore coinvolgimento; inoltre l’organizzazione appare sbilanciata, per il peso eccessivo di Rimini.
Ama Ravenna dichiara il voto favorevole per la fiducia che ripone nell’assessore affinché faccia sentire il peso di Ravenna all’interno del nuovo ente. Auspica spirito di squadra, equità nella distribuzione delle risorse e coinvolgimento nelle scelte.
Intervento fornito dal capogruppo di Lista per Ravenna Ancisi, che ha così motivato il voto contrario (testo prodotto dall’interessato).
1. La nostra prima obiezione deriva dalla contrarietà a istituire nuovi enti pubblici locali per associare alcuni di loro nello svolgimento di proprie funzioni. Piuttosto bisognerebbe ridurli. Il Testo unico degli enti locali consente di raggiungere lo stesso obiettivo con strumenti organizzativi interni, più snelli, quali convenzioni e accordi di programma. Non c’è assolutamente bisogno di un nuovo carrozzone con nuove poltrone, che oltretutto sottraggono ai consigli comunali le funzioni di indirizzo e controllo, che spettano a loro, su tutte le attività della propria amministrazione. In tal senso, Lista per Ravenna ha presentato due emendamenti, affinché il sindaco di Ravenna sottoponga al parere del suo consiglio comunale il programma annuale delle attività turistiche e i bilanci di previsione e consuntivi, riconoscendo inoltre ai consiglieri comunali il diritto di ottenere dal nuovo ente informazioni e copia dei documenti gestionali. Hanno ricevuto il voto favorevole di tutte le opposizioni, ma sono stati bocciati dalla maggioranza. Questa è la ragione del voto contrario di Lista per Ravenna, che altrimenti sarebbe stato di astensione.
2. Siamo inoltre assolutamente contrari a che si assuma nuovo personale in aggiunta a quello già operante nelle attività trasferite, che Regione, Provincie e Comuni aderenti devono distaccare alla Destinazione Turistica, senza – tra l’altro – cogliere l’occasione per promozioni di carriera spesso discutibili e non trasparenti.
3. Intitolare alla Romagna il nuovo ente, comprendendovi Ferrara, è una evidente contraddizione in termini. Non siamo contrari pregiudizialmente a tale scelta, ma ci chiediamo quali idee la maggioranza abbia circa l’orientamento diffuso, sostenuto spesso dal sindaco di Ravenna, a raccogliere le competenze di più ampio bacino territoriale dei Comuni verso un solo ente di Area Vasta a dimensione romagnola, in sostituzione delle attuali tre Province, .
4. È evidente, comunque, che i due poli centrali dell’offerta turistica da promuovere fanno capo a Rimini e Ravenna, quest’ultima peraltro in sofferenza causa le inespresse potenzialità dei suoi molteplici eccezionali target (monumentale, archeologico, culturale, ambientale, naturalistico). Aver scelto Rimini come sede della Destinazione turistica ne sbilancia già il biglietto da visita verso il divertimentificio riminese. Un altro emendamento di Lista per Ravenna rivolto ad assegnare alla nostra città almeno la sede amministrativa è stato bocciato solo dalla maggioranza. Ma l’aspetto più grave e sostanziale è il peso schiacciante di Rimini nella quota di “potere” che sarà assegnata ai vari enti associati, essendo questa calcolata all’80% sul numero dei posti letto (Rimini ne ha 68.000) e sulle presenze turistiche (almeno dieci volte superiori quelle di Rimini). Il rischio di politiche turistiche che produrranno un ulteriore sbilanciamento della Regione Emilia-Romagna tra figli e figliastri è nell’ordine delle cose.