Nella seduta di ieri (per chi volesse rivederla http://bit.ly/29AVl60) il consiglio comunale ha approvato l’acquisto degli impianti di teleriscaldamento Centro storico e Polo Lama Sud, proposto dall’assessore ai Lavori pubblici Roberto Fagnani.
Hanno votato a favore 18 consiglieri (gruppi di maggioranza); 1 voto contrario (Lista per Ravenna), 10 astenuti (gruppo Alberghini, Forza Italia, La Pigna, CambieRà, Lega nord e Ravenna in Comune).
L’assessore Fagnani, nel presentare la delibera, ha descritto i due impianti, realizzati da Hera e tuttora di sua proprietà, a cui il Comune concesse il terreno e non partecipò economicamente alla loro costruzione, se non nelle operazioni di allaccio con soli 30mila euro. Quello definito Centro storico, collocato all’interno dell’ex Tribunale in via d’Azzeglio, è a servizio della residenza municipale, dell’ex tribunale, del Teatro Alighieri, di Palazzo Rasponi dalle Teste e della sede dell’Inps. L’impianto Polo Lama Sud, collocato in via Fontana, è a servizio del Polo Lama Sud, degli uffici comunali di via Berlinguer e sarà destinato ad alimentare anche i nuovi uffici comunali e quelli di Arpae attualmente in costruzione. L’acquisto degli impianti di teleriscaldamento da Hera è un’operazione che permetterà al Comune di acquisire delle centrali in buono stato perché di recente realizzazione, con una prospettiva di vita di diversi decenni e, soprattutto, consentirà un importante risparmio sulla fornitura di energia: non più con Hera per un importo di 0,164 euro/kwh, ma attraverso Consip (al quale il Comune ha aderito dal 2014 e la cui tariffa è applicata per la fornitura ad altri edifici pubblici) per 0,120 euro/kwh. Hera ha accettato l’offerta di acquisto dell’Amministrazione comunale per un importo di 1 milione e 625mila euro, inclusa Iva al 22%, a fronte di una stima, certificata da ente terzo, pari a 2 milioni e 545mila euro Iva esclusa. La copertura è assicurata mediante utilizzo di quota di avanzo di amministrazione 2016, nel pieno rispetto del vincolo di pareggio di bilancio, attraverso la variazione al bilancio di previsione 2017/2019 per l’esercizio 2017. L’intera operazione è da considerarsi vantaggiosa perché l’importo d’acquisto è ampiamente inferiore al valore di perizia di questi impianti, realizzati nel 2005 da Hera per un impegno di 5 milioni di euro, e alla luce dei futuri risparmi per la fornitura di energia. A fronte di un consumo di circa 2 milioni e 300mila kwh si potrà avere un risparmio di circa 120mila euro all’anno.
Sono intervenuti nel dibattito: Marco Maiolini (CambieRà) e Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna), Silvia Quattrini (Pd).
Il gruppo CambieRà ha affermato che non è esatto che il Comune non contribuì alla realizzazione delle centrali, ma che lo fece con il 30% del valore e che in sostanza l’attuale risparmio evidenziato dall’assessore è molto relativo.
Il gruppo Lista per Ravenna ha avanzato la sua perplessità sull’utilizzo del metano puro meno conveniente rispetto ad altre modalità. Ha evidenziato l’importanza di rivolgersi al mercato per cercare tariffe economicamente più convenienti.
Il gruppo Pd, annunciando il voto favorevole, ha sottolineato come il risparmio di 120mila euro annui consentirà di ammortizzare la spesa in 12-13 anni e l’importanza di poter utilizzare un avanzo di bilancio per un’operazione così vantaggiosa.
Il voto contrario di Lista per Ravenna è stato così motivato, con riserva di approfondimenti.
Pur formalmente corretta, la procedura di acquisto degli impianti di riscaldamento, ad un costo ingente che si aggira sui due milioni, non tiene conto che si tratta di attrezzature in gran parte obsolete, suscettibili di non reggere anche nel breve tempo all’usura e alla necessità di sostituzione, di cui comunque Hera non avrebbe potuto che disfarsi al termine della concessione del diritto d’uso del terreno, di proprietà comunale, tra dieci anni. Questo sistema di teleriscaldamento, basato esclusivamente sull’impiego di metano puro, produce, rispetto ad altri che riutilizzano per esempio gas di scarto o acque già riscaldate, un elevato consumo di energia, che si riflette su tariffe eccessivamente costose. In ogni caso, è stato tragico per il Comune essersi affidato a caro prezzo, contro l’opposizione solitaria di Lista per Ravenna, ad un “interlocutore obbligato” (così definito dal Comune stesso, in corso di discussione), qual è stato Hera, trovandosi così ora con le mani legate a fronte anche del fallimento del progetto di riscaldamento che era stato impostato per la sua larga espansione nella città (ad esempio nella Darsena), nel frattempo inevitabilmente tramontata. In poche parole, ci guadagna molto più Hera a tirarsi fuori, che il Comune, preso per il collo, a tirarsi dentro.