19 Aprile 2022

Lettera al Sindaco, al Presidente del Consiglio comunale, e ai capigruppo consiliari – Idea di gemellaggio tra Ravenna e Odessa/Mariupol

Alvaro Ancisi

 

Gentili sindaco, presidente del consiglio comunale

e capigruppo consiliari del Comune di Ravenna,

essendomi stato proposto da più parti ed avendola approfondita, vorrei condividere con tutti voi, se possibile, prima eventualmente di pubblicizzarla e formalizzarla nel modo che potremmo concordare, l’idea di un gemellaggio tra Ravenna ed Odessa/Mariupol, che ho sviluppato nel testo seguente, con annessa una scheda sulle due città ucraine tracciata ad hoc. Essendo stringenti i tempi, anche per le ragioni che potrete leggere, vi sarei comunque grato se poteste in qualche modo rispondermi per iscritto al più presto, e comunque entro giovedì prossimo (nel quale è stato convocata una seduta del consiglio comunale), cosa ne pensate, coi vostri possibili suggerimenti o indicazioni, di contenuto o anche operativi.

Grazie e un saluto cordiale.

f.to Alvaro Ancisi

(vice-presidente del Consiglio comunale)

IDEA DI GEMELLAGGIO

TRA RAVENNA E ODESSA/MARIUPOL

  • Il sindaco di Ravenna proporrà al consiglio comunale, acquisito l’accordo con tutti i gruppi consiliari, di maggioranza e di minoranza, che la città di Ravenna conferisca la cittadinanza onoraria al maestro Valentin Silvestrov, tra i più apprezzati compositori ucraini al mondo, legato in particolare alla nostra città per aver dedicato una sua opera, “O luce etterna”, al Paradiso di Dante durante il Ravenna Festival, in un concerto a Sant’Apollinare in Classe. Il sindaco ha definito questa proposta “come ulteriore contributo, simbolico ma non per questo meno significativo, della comunità ravennate all’accoglienza e all’affermazione di valori universali di pace e fratellanza, anche nel nome della cultura e della musica”.
  • In nome degli stessi valori universali, ho pensato di prospettare in via riservata, a voi sindaco, presidente del consiglio comunale e colleghi capigruppo consiliari, che Ravenna proponga ai sindaci di Odessa e di Mariupol, città martoriate dalla guerra attuale scatenata contro l’Ucraina dal governo russo, di unirsi congiuntamente alla nostra città in un patto di gemellaggio. Rafforzato dallo storico forte legame, produttivo e commerciale, in atto tra i porti di entrambe e quello di Ravenna, esso potrà rappresentare, finita la guerra, un contributo rilevante per la ricostruzione e per il rilancio delle loro economie in sintonia con il progettato sviluppo dello scalo ravennate.
  • Genova, gemellata con Odessa dal 1979, nel segno dei rapporti tra i rispettivi porti risalente addirittura nei secoli, ha rinnovato il gemellaggio nel 2021, con un insieme di iniziative congiunte, onorandolo di recente con un convoglio umanitario costituito da un container di massima dimensione carico di aiuti insieme ad un’ambulanza e due pullman pieni di cibo e medicinali. Savona, gemellata dal 1980 con Mariupol, oggi rasa al suolo dall’esercito russo, si è distinta nell’accoglienza dei profughi. I due scali, il primo ai vertici nazionali come porto mercantile, il secondo come porto passeggeri, sono governati, insieme a quello di Vado, dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale. Il porto di Ravenna, unico governato dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centro-Settentrionale, può rappresentare i rapporti economico/commerciali altrettanto stretti e proficui dell’Ucraina con il fronte marittimo orientale dell’Italia, riguardo alla portualità sia mercantile che crocieristica.
  • L’annuncio del gemellaggio Ravenna-Odessa/Mariupol, se avviato tempestivamente, sarebbe di grande interesse e prestigio, in questo momento di altissimo significato anche simbolico, in occasione dell’European Maritime Day (EMD), che avrà luogo a Ravenna dal 19 al 22 maggio prossimi organizzato dalla Commissione Europea, durante il quale la comunità marittima europea si incontrerà, ai massimi livelli internazionali, per creare reti, discutere ed avviare un’azione comune in merito agli affari marittimi e all’economia blu sostenibile. Strutturato come una grande conferenza, a cui prendono parte professionisti di aziende, governi, istituzioni pubbliche, ONG e Università, l’EMD è la prima volta che torna in Italia dopo l’edizione di Roma del 2009.

ODESSA & MARIUPOL

ODESSA – Quarta città più popolosa dell’Ucraina, posta nel meridione, ha il più grande porto marittimo del  Paese, uno dei più importanti del mar Nero, avendo anche a disposizione gli hub di Čornomors’k a sud e Južne a nord-est. In seguito all’annessione della Crimea alla Russia del 2014, essa ospita il quartier generale della marina militare ucraina. Possiede numerose industrie concentrate principalmente nei settori navale, chimico, metallurgico, agroalimentare e del raffinamento del petrolio, che alimentano l’interscambio portuale.

Come Massacro di Odessa, il mondo civile rievoca l’eccidio di larga parte della popolazione ebraica, allora prevalente in questa città, avvenuto sotto l’occupazione nazista nell’ottobre 1941, e più in generale lo sterminio degli oltre 100 mila ebrei ucraini residenti nella zona comprendente anche i villaggi limitrofi. Fu liberata dall’Armata Rossa il 10 aprile 1944, giorno della Memoria, che quest’anno è coinciso con l’aggressione dell’esercito russo stesso subìta dall’Ucraina. Divenne parte dell’Ucraina nel 1991, dopo la dissoluzione dell’URSS. Ad Odessa aveva sede la compagnia armatoriale Black- Sea, nel 1990 la più grande in Europa tra le compagnie di navigazione e la seconda nel mondo, con cui erano frequenti incontri produttivi e commerciali fra gli operatori portuali ravennati e ucraini. Dal 20 al 25 maggio 1990, una delegazione ravennate composta dall’amministrazione comunale, dalla Sapir, dalla Compagnia Portuale e dalle agenzie marittime Maritalia e Navenna/Petrocam prese parte ad una convention sulla portualità svoltasi ad Odessa. Sapir e Maritalia trattarono con Black-Sea contratti per forniture di container e di impiantistica da Ravenna.

La collaborazione del porto di Ravenna con quello di Odessa, come pure con l’altro porto ucraino di Mariupol, è storica e continua tuttora. Nell’ambito dell’interscambio fra l’URSS e l’Italia, quasi la totalità delle merci, sia con navi portacontainer che con navi da carico, veniva operata tra il nostro porto ed i due ucraini. Attraverso i terminal del porto ravennate venivano esportati prodotti chimici e macchinari ed importati contenitori di materie prime, prodotti finiti e cereali. La fattiva collaborazione e la reciproca soddisfazione ha permesso di continuare nel tempo senza soluzione di continuità tale interscambio anche dopo la fine dell’Unione Sovietica. Si è infatti continuata l’importazione di cereali ed avviata e consolidata l’importazione di argilla, materia prima dell’industria ceramica nel distretto di Sassuolo. A Ravenna arrivano  dall’Ucraina milioni di tonnellate di argilla, che per le sue peculiarità chimico-fisiche di grande qualità, costituisce per la nostra industria ceramica di alto livello una materia prima non facilmente sostituibile. I rapporti instaurati nel corso degli anni hanno consolidato anche rapporti umani e sociali, che rendono ancor più dolorose a Ravenna le tragiche vicende che accadono ad Odessa e soprattutto a Mariupol. MARIUPOL – In epoca sovietica, dal 1948 al 1989, era stata rinominata Zhdanov. Decima città dell’Ucraina per popolazione, sorge presso la foce del fiume Kal’mius sulle sponde del mar d’Azov, sul quale si affaccia, come Ravenna sul mar Adriatico, con un importante porto collegato alla città da un canale navigabile. Ha avuto legami commerciali con la nostra città e col suo porto in tutti gli anni decisivi per lo sviluppo dei traffici e dei collegamenti via mare, dagli anni settanta fino alla fine degli anni novanta. Molte aziende ravennati del sistema marittimo-portuale ne hanno tratto benefici. Era sede della Azov Shipping Company, compagnia di navigazione la cui area regionale di competenza comprendeva tutto il Mediterraneo. Ravenna ne divenne lo scalo principale per i collegamenti con il mar Nero ed il vicino Oriente. Insieme alla Azov operava, sulla rotta di Mariupol, anche una flotta di navi mercantili per carichi generali, siderurgici e di rinfuse, che erano gestite dalla ravennate Petrokan, impegnando anche altri numerosi operatori portuali, in particolare l’agenzia Maritalia e la Sapir. Dalla metà degli anni novanta, iniziarono i traffici delle argille estratte dalle cave ucraine destinate all’industria ceramica emiliano-romagnola tramite il porto di Ravenna. La Vesco, azienda che dalle proprie cave in Ucraina estrae 3 milioni di tonnellate d’argilla l’anno, esportandola a Ravenna con la propria filiale italiana, utilizza quasi esclusivamente Mariupol come porto d’imbarco.