Festa grande per Nico in Comune
Martedì pomeriggio scorso, prima che a Palazzo Merlato ci fosse il Consiglio, c’è stato un gran movimento nel salone cosiddetto preconsiliare. Colleghi di ogni ordine e grado, e perfino il sindaco, si sono raccolti lì per salutare Nico (in anagrafe Domenico Missiroli), increduli che fosse messo a riposo. Erano sì passati 42 anni dal suo primo giorno di lavoro, di cui 25 in quello stesso piano nobile, ma era sempre il più giovane e coccolato. Non è stato un addio, ma un gioioso ritroviamoci spesso, perché “ti vogliamo bene Nico e avrai sempre un posto nel nostro cuore”. Chi, in questi 25 anni, ha salito lo scalone di piazza del Popolo fino a lì, dove stanno il sindaco, il consiglio comunale e i Servizi Generali, lo ha sicuramente visto bene, motorino in movimento tra tutti gli uffici, regolatore del traffico di passaggio, al bancone della reception sul sedile momentaneamente vuoto. Distribuiva non solo pratiche e carte, ma allegria e buonumore, battute col sorriso e severi ammonimenti. Ai colleghi, con preferenza per le colleghe, regalava, scritti a mano, i suoi pensieri e poesie, tanto da dedicargli una loro poesia, che ha letto magistralmente davanti a tutti. La metto in calce.
Di più non potrei dirti, se non rivelarti, caro Nico, adesso o mai più, che abbiamo due cose in comune. Teniamo una passionaccia per la Juve (quanti rientri neri nei lunedì di quest’anno, un po’ di luce solo adesso) e siamo entrambi leoni (tu più di me per quattro giorni di agosto). Qualcosa ci assimila vagamente anche in Comune. Secondo alcuni, da non credere, io sarei il sindaco ombra, ma i tuoi colleghi e colleghe ti hanno eletto all’unanimità sindaco ad honorem. Autentico, perché nel piano nobile di Palazzo Merlato la gente l’hai vista sempre tu, mica quello in carica.
Un grande abbraccio da Alvaro Ancisi.