Sono cinque le date (oggi, 5 ottobre, domani, 6 ottobre, 11, 12 e 13 ottobre) in cui sarà possibile visitare la mostra “Pezzi di vetro” del mosaicista Daniele Strada nella sede dell’Istituto Verdi in via di Roma 33, evento che rientra nel calendario di RavennaMosaico, biennale di mosaico contemporaneo.
Oggi 5 ottobre alle 19 l’inaugurazione (la mostra è visitabile dalle 16 alle 19 tutt’e cinque i giorni) e per l’occasione verrà eseguito dagli allievi dell’istituto Serena Giuri, Mariano Naddeo e Giacomo Parini il Trio for flutes di Morton Feldman. Non è casuale la scelta di un brano di Feldman per l’inaugurazione della mostra: il compositore americano ha legato profondamente all’arte la propria idea del comporre; Feldman intrattenne infatti profondi rapporti artistici con il pittore Mark Rothko. Oltre a lui altri famosi compositori del ‘900 hanno scoperto fertili affinità con altri artisti, come ad esempio Boulez e Klee, Nono e Vedova, Takemitsu e Mirò, Cage e Rauschenberg. La “plasticità” della musica di Feldman giustificherebbe comunque già di per sé tale scelta. Per la sonorizzazione ambientale dell’allestimento si sono scelti alcuni brani musicali che alterneranno con “interferenze radiotelevisive” provenienti da tutto il mondo, sottolineando la “babele” mediatica in cui viviamo. Alcuni brani sono stati suggeriti dall’artista stesso e altri fanno parte del cd “Fremito naturale” (Vanni Montanari flauto/ Donato D’antonio chitarra), un altro esempio di ameublement sonore che raccoglie brani appositamente composti per omaggiare il ceramista faentino Carlo Zauli.
Il titolo della mostra, “Pezzi di vetro”, è lo stesso di una famosa canzone di Francesco De Gregori dove il protagonista è una sorta di fachiro che come il mosaicista vince sui vetri. I soggetti sono quelli che da sempre hanno caratterizzato la poetica di Daniele Strada: la televisione e i libri, elementi apparentemente in antitesi tra loro ma che sono stati entrambi importanti mezzi di comunicazione di massa e che oggi al cospetto delle nuove tecnologie sono oramai considerati vetusti ma che rimangono, per motivi diversi, invariato il loro fascino. Nella mostra sarà anche presente un’opera realizzata in collaborazione con l’artista maestro orafo Alberto Zorzi.
05 Ottobre 2019