05 Novembre 2019

Il discorso del sindaco Michele de Pascale in occasione della cerimonia per il trentennale della morte di Benigno Zaccagnini

Signor Presidente della Repubblica, onorevole questore Francesco D’Uva rappresentante della Camera dei deputati, onorevole Dario Franceschini ministro per i Beni culturali, professor Romano Prodi, carissima famiglia Zaccagnini, grazie a voi, a tutte le autorità civili, militari, venute da ogni parte d’Italia e grazie soprattutto alla città di Ravenna.
Quando abbiamo pensato ad organizzare questa giornata, abbiamo pensato al contenitore più grande possibile per poter ospitare tutto l’affetto che la nostra città, la nostra comunità rivolge a Benigno Zaccagnini a trent’anni dalla sua morte; devo dire che di solito in queste circostanze si usa dire che sono stupito dalla grande partecipazione, ma in realtà non lo sono per nulla, perché l’affetto che la nostra comunità nutre nei confronti di Zaccagnini non poteva che dare la grande risposta di oggi e quindi grazie a tutti voi per essere qui.
Il primo pensiero lo rivolgo alla famiglia Zaccagnini, gli sono grato di cuore perché fatichiamo tutti a comprendere quanto possa essere a volte difficile tenere insieme un ricordo personale, privato e di famiglia, con invece un ricordo istituzionale, legato a momenti pubblici e ufficiali. Però in questo caso non penso che siamo davanti ad un momento istituzionale, quello che vedete in questo palazzetto e i tanti sentimenti della nostra comunità sono parte di un affetto diffuso all’uomo Benigno Zaccagnini, all’esponente delle istituzioni, un affetto che cerca di esservi affianco in questo vostro ricordo personale.
Ricordiamo Zaccagnini per il suo lascito, per ciò che ha dato alla nostra città, ma anche per quello che può rappresentare per i più di mille studenti che oggi abbiamo con noi in questo palazzetto.
La lotta di liberazione, la riconquista della libertà, della democrazia del nostro paese a cui Zaccagnini diede un contributo determinante in termini di pensiero, ma anche in termini di azioni, corre il rischio di essere difficilmente percepita dalle nuove generazioni, che non hanno più una testimonianza diretta di ciò che è accaduto e del valore della libertà.
La libertà è uno di quei valori di cui si percepisce l’importanza soprattutto quando se ne viene privati. In un piccolo grande passaggio della biografia di Zaccagnini, c’è un parallelo con la vita di tutti voi, con la vita della vostra generazione, immaginate ragazzi e ragazze se un giorno tornando a casa da scuola veniste a sapere che vostro padre ha perso il lavoro perché non condivideva una determinata idea politica, poi crescendo dopo esservi diplomati, laureati a Bologna in medicina, tornate nella vostra città, a Ravenna, per fare ciò per cui avete studiato e per cui una persona vive, costruirsi una famiglia, realizzare i propri obiettivi, vivere nella pienezza della libertà e del tempo che si sta vivendo. E invece questo vi viene privato, per la tragedia della guerra, per la tragedia della perdita della democrazia, e allora giovani uomini e giovani donne decidete di non accettate questo giogo, questo vincolo che era imposto all’Italia, vi ribellate e combattete per ridare libertà e dignità al nostro paese.
Erano ragazzi come noi, Zaccagnini aveva ricevuto la lezione di Donati, di don Minzoni, ha combattuto fianco a fianco con amici, con persone che gli sono state vicine per tutta la vita: penso a Boldrini e ad altri legami come quello col cardinale Silvestrini che poi l’ha accompagnato nella sua vita e che purtroppo abbiamo ricordato recentemente per la sua scomparsa,
Ecco, quello che è successo allora quando il nostro paese ha riottenuto la libertà, è quello che accade in tanti altri paesi, in tanti luoghi del mondo, a tanti ragazzi e a tante ragazze, quindi è importante ricordare non solo per recare memoria e onore a chi c’è stato, ma anche per trarre lezioni per il futuro.
E poi la ricostruzione, perché quella meravigliosa generazione non si è solo occupata di ridarci la libertà, ma si è anche occupata di ricostruirla l’Italia e affianco a Zaccagnini protagonista della vita politica e sociale di questo paese, c’è anche stato il Zaccagnini discreto, ma convinto sostenitore della nostra comunità. Quasi tutti i progetti più importanti che hanno riguardato la città di Ravenna nel secolo scorso hanno avuto la firma discreta e sobria di Zaccagnini; non nell’ottica di chi provenendo da un territorio lo difende e lo promuove a prescindere, ma di chi provenendo da un territorio ne conosce le opportunità e le potenzialità e le vuole sviluppare nell’interesse di tutto il paese.
A Ravenna arriva la grande industria, il porto che oggi dà lavoro a migliaia di persone, arriva l’Eni attraverso il un suo rapporto con Mattei, fortissimo ma dialettico, per far sì che a Ravenna non ci fosse solo l’energia, ma anche la chimica, perché Ravenna fosse anche un luogo di trasformazione, di industria, di produzione; e se tanti padri e tante madri tornano a casa la sera dalle loro famiglie con un lavoro, con un’occupazione, potendo realizzare la loro vita, è merito in questa città soprattutto dell’impegno di Benigno Zaccagnini.
E poi l’attenzione all’ambiente, il suo ultimo provvedimento rivoluzionario di cui porta la firma, la legge Zaccagnini per il dissesto idrogeologico della città di Ravenna, quella sua firma così importante fu un monito anche della tutela ambientale, se pensiamo ad oggi a tutti i temi rispetto ai cambiamenti climatici, rispetto all’attenzione dell’ambiente.
E l’impegno per la cultura – lo ricorderemo fra pochi giorni il 16 al ridotto dell’alighieri, in un testo proprio che racconti il rapporto tra Zaccagnini e la città di Ravenna – il suo intervento sulla tomba di Dante, sul valore anche architettonico di quella tomba che all’epoca era oggetto di un dibattito significativo; e questo a pochi mesi dall’inizio delle celebrazioni dantesche ha un sapore importante, e ancora Cristina Muti più volte ci ha ricordato come anche nella nascita del Ravenna Festival ci sia stato l’imprinting di Zaccagnini, il suo sprone perché il festival nascesse, sempre con grande sobrietà e con grande amore per la nostra comunità.
Grazie di cuore a tutti voi, grazie di cuore Presidente, spero attraverso le mie parole di riuscirle a trasmettere l’emozione e la gratitudine della nostra comunità per essere qui nella giornata di oggi. Ravenna pensiamo abbia dato tanto al paese attraverso Zaccagnini e che abbia dato i natali ad uno dei più grandi protagonisti della vita civile del nostro paese.
Grazie Zac, grazie Ravenna, viva l’Italia!