26 Maggio 2022

Interrogazione “Per una reale attuazione della legge 194 in tema di tutela sociale della maternità e di interruzione volontaria della gravidanza”.

F.to: Francesca Impellizzeri Capogruppo comunale “Ravenna Coraggiosa”

Premesso che

il 22 maggio del 1978 è diventata legge dello Stato la legge n 194 – “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza

Detta legge garantisce alle donne la possibilità di accedere all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) qualora “.. accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito (art. 4)”

L’obiettivo di allora era quello di evitare i comuni aborti clandestini, che mettevano a repentaglio la salute – e talvolta la vita – delle donne che vi ricorrevano.

Oggi, invece, abortire entro il terzo mese di gravidanza con modalità sicure e protette è un diritto di ciascuna donna, presidio di libertà e pari dignità sociale;

ricordato che

nonostante siano passati più di 40 anni dall’entrata in vigore in Italia della conosciuta legge 194, il diritto delle donne di interrompere volontariamente la gravidanza, nei termini previsti dalla normativa, viene periodicamente messo in discussione, attraverso la propaganda antiabortista  e con la presenza sempre più massiccia di sanitari obiettori di coscienza.

I dati più recenti confermano nel nostro Paese percentuali preoccupanti: 69% dei ginecologi e il 46,3% degli anestesisti. Percentuali in continuo aumento;

considerato che

l’elevato numero di professionisti obiettori di coscienza porta spesso a situazioni di “stand-by” che si traducono in una difficoltà concreta a garantire a molte donne il diritto di interrompere con la dovuta tempestività la propria gravidanza.

Non a caso, il tasso di interruzioni volontarie di gravidanza, in Italia, rimane uno dei valori più bassi a livello europeo, pari a 6 donne su mille (con un’età compresa tra i 15 e i 49 anni);

rimarcato che

i media riportano spesso situazioni regionali inaccettabili: del mese scorso la notizia che in Lombardia, in ben 11 ospedali, il diritto all’IGV non viene garantito e in città, come per esempio Sondrio, la pillola RU486 non è mai stata usata

Si chiede al Sindaco, nonché Presidente della Provincia, e alla Giunta

  • di informare il Consiglio sul numero di medici, ginecologi e anestesisti, obiettori di coscienza  presenti nel nostro ospedale e nei presidi sanitari situati sul nostro territorio;
  • se l’interruzione di gravidanza non chirurgica, attraverso la somministrazione della pillola RU486 viene garantita e in quali strutture sanitarie;
  • quali iniziative, in accordo con Ausl, si intenda intraprendere affinché il diritto sancito dalla legge 194 continui ad essere garantito.

F.to:

 Francesca Impellizzeri – Capogruppo comunale “Ravenna Coraggiosa”