“Abbiamo ricevuto in queste settimane comprensibili grida di allarme e di profonda preoccupazione da parte di tantissime imprese commerciali, turistiche e dei servizi in enorme difficoltà a causa della chiusura determinata dall’emergenza Covid-19 e dallo stato di incertezza sui tempi e le modalità di riapertura che ancora permane.
Purtroppo stiamo attraversando un periodo gravemente anomalo, per questo motivo non è possibile affrontarlo attraverso regole “normali”. La risoluzione dei problemi in molti casi può passare solo attraverso risposte emergenziali con norme “speciali”, seppure circoscritte nel tempo.
In merito al tema delle modalità di utilizzo del suolo pubblico per permettere a bar e ristoranti di ampliare le aree esterne e consentire così una riapertura in sicurezza, faccio appello al Governo perché preveda nel nuovo decreto, come sembra emergere da alcune fonti giornalistiche, una norma specifica che venga incontro alle esigenze delle imprese, allentando la burocrazia e velocizzando i tempi. Senza una norma transitoria si rischia, anche in questo caso, da un lato di ingolfare gli uffici delle Sovrintendenze – che anche con il massimo della comprensione del momento difficile sono comunque chiamate al rispetto delle norme vigenti – e, dall’altro, di non dare certezze agli imprenditori sulle reali capienze che saranno in grado di garantire, elemento fondamentale per pianificare la riapertura.
Il Comune di Ravenna, in accordo con la Sovrintendenza, era praticamente pronto a presentare il nuovo regolamento sulle occupazioni che tenesse insieme l’assoluto rispetto e tutela delle aree di valore culturale e degli spazi di valenza storico artistica con lo sviluppo di attività turistiche e commerciali, ma questo strumento sarà utilissimo per il ritorno alla normalità, non ora.
Per questa fase di riapertura e di grandissima difficoltà economica, se la norma venisse approvata, siamo già pronti con una task-force comunale per concedere gli ampliamenti in pochissimi giorni dalla richiesta e, come già annunciato, azzerare o ridurre fortissimamente i costi delle occupazioni di suolo pubblico”.