Sabato 27 gennaio, alle 10, nella sala Muratori della biblioteca Classense, in via Baccarini 5, verrà presentato il progetto: “Stima dei fattori di rischio ambientale per la salute e i beni culturali nelle biblioteche”.
Il progetto, realizzato con il sostegno della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, è il risultato di una attività di ricerca condotta da vari studiosi, con il coordinamento del dipartimento di Beni Culturali dell’università di Bologna – Campus di Ravenna, e il coinvolgimento dell’Istituzione biblioteca Classense.
Interverranno Maurizio Tarantino, direttore dell’Istituzione biblioteca Classense, Mariangela Vandini, università di Bologna, dipartimento di Beni Culturali, Serena Righi, università di Bologna, dipartimento di Fisica e Astronomia, Massimo Andretta, consulente ambientale, docente esterno università di Bologna, Mauro Marabini, Ausl Ferrara, Floriana Amicucci, Istituzione biblioteca Classense, Matteo Montanari, laboratorio di biologia applicata ai Beni Culturali Biores Art, Salvatore Andrea Apicella, università di Bologna, dipartimento di Beni Culturali, Claudia Giuliani, già direttrice dell’Istituzione biblioteca Classense.
Durante l’evento, aperto al pubblico, saranno illustrate le motivazioni all’origine del progetto e le problematiche relative alla corretta conservazione dei beni culturali nelle biblioteche e alle tematiche di conservazione preventiva e risk assessment. Tale obiettivo ha reso imprescindibile la collaborazione di esperti provenienti da vari settori: oltre al personale dell’Istituzione biblioteca Classense, sono stati coinvolti esperti nel campo della caratterizzazione dei materiali librari, dello studio delle condizioni ambientali, biologi e operatori del settore della conservazione e tutela del patrimonio culturale.
Il progetto rappresenta una modalità di ricerca e di collaborazione fra istituzioni che può essere proposta e replicata in molti altri casi di interesse. La messa a punto di un metodo finalizzato alla conservazione del patrimonio culturale, alla ottimizzazione della sua fruizione e ad un contenimento dei costi di gestione, rappresenta senz’altro un modello riproducibile ed applicabile anche su più larga scala e in ambito museale più generalizzato.
24 Gennaio 2018