Nel Giorno della memoria, sabato 27 gennaio, in ricordo dell’anniversario della liberazione del Campo di concentramento di Auschwitz, che avvenne proprio in questo giorno nel 1945, sono in programma alcuni eventi proposti dal Comune di Ravenna e da numerose istituzioni e realtà per commemorare e ricordare la Shoa e lo sterminio di tante persone. Altri appuntamenti sono in programma fino al 1° febbraio.
Sabato 27 gennaio, alle 11 nell’atrio della stazione ferroviaria di Ravenna, ci sarà l’omaggio alla lapide in memoria degli ebrei transitati per la stazione di Ravenna con destinazione Auschwitz.
Da sabato 27 gennaio a mercoledì 28 febbraio, nello spazio espositivo dell’Ufficio decentrato del Comune in via Berlinguer 11, è allestita la mostra fotografica “Per non dimenticare”, a cura del Circolo sportivo ricreativo culturale portuali Ravenna, Marina Giusti e Maurizo Tanzi, in collaborazione con il Consiglio territoriale Ravenna sud. La mostra sarà visitabile dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 18 e il venerdì dalle 9 alle 13.
Domenica 28 gennaio, alle 11 nella Sala Corelli del Teatro Alighieri, in via Mariani 2, ci sarà il “Concerto per la Giornata della Memoria” con l’Orchestra del Conservatorio G.B. Martini di Bologna, organizzato da Emilia-Romagna Concerti in coproduzione con il Conservatorio di Bologna, con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Mibact, Sapir e Ambasciata di Israele in Italia, e con la collaborazione di Dis-Ordine di Malta. Per informazioni erconcerti@yahoo.it
Lunedì 29 gennaio, alle 10 al Palazzo dei Congressi di Largo Firenze 1, si terrà l’evento “Qualcuno si è salvato, ma niente è stato più come prima” con Cesare Moisè Finzi, testimone della Shoah, che incontra gli studenti delle scuole ravennati. Originario della provincia mantovana, poi residente a Ferrara, Moisè Finzi fu espulso nel 1938 dalla scuola italiana e frequentò insegnanti privati, fra cui il giovane Giorgio Bassani. Nel 1943 fuggì a Ravenna e ospitato dai coniugi Muratori, riconosciuti per questo gesto come Giusti fra le Nazioni. Durante la guerra trovò rifugio anche a Cattolica, Gabicce e Mondaino, grazie alla complicità di quelle popolazioni. Rientrato in Romagna alla fine della guerra si laureò in Medicina e divenne un apprezzato cardiologo a Faenza. Nel 2006 ha dato alle stampe una sua dettagliata biografia dal titolo “Qualcuno si è salvato, ma niente è stato più come prima” per l’editore Il Ponte Vecchio. E’ una delle ultime e preziose voci della discriminazione antisemita. Incontro in collaborazione con l’Istituto storico della Resistenza di Ravenna.
Giovedì 1 febbraio, alle 10 al Teatro Rasi in via di Roma 39, Pandemonium Teatro porta in scena “Via da lì. Storia del pugile zingaro”. Una piccola vicenda umana per raccontare la Storia e una delle più grandi tragedie del Novecento. Lo spettacolo, rivolto a ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 18 anni, è promosso da Drammatico Vegetale/Ravenna Teatro e Accademia Perduta/Romagna Teatri. La prenotazione è obbligatoria. Informazioni e biglietti Ravenna Teatro 0544-36239 e ragazziateatro@ravennateatro.com