06 Febbraio 2017

Fotografia documentaria: il 18 e il 19 febbraio un workshop gratuito di Salvatore Esposito, iscrizioni aperte

Salvatore Esposito, fotografo documentarista napoletano, terrà sabato 18 e domenica 19 febbraio a palazzo Rasponi 2, in via D’Azeglio 2, il primo di quattro workshop d’autore strettamente collegati al tema delle “Frontiere: linee tratteggiate di transito”, previsti contestualmente alla rassegna fotografica “Camera Work”, promossa dall’assessorato alle Politiche giovanili del Comune in collaborazione con il campus di Ravenna dell’università di Bologna. I successivi workshop si terranno tra marzo e maggio e vedranno protagonisti Marina Guerra, Monika Bulaj e Giampiero Corelli.
Il laboratorio con Salvatore Esposito verterà sulla fotografia di strada intesa come “cronaca di periferia” e nella giornata di sabato 18 prevede tra l’altro una ricognizione fotografica di gruppo in zona Darsena, in via Tommaso Gulli e ai giardini Speyer. Nella mattinata di domenica invece il corso si concentrerà sulla valutazione e sulla discussione del lavoro svolto dai partecipanti.
Il workshop, previa iscrizione obbligatoria, è gratuito ed è riservato a un massimo di venti giovani di età non superiore ai 30 anni. Per informazioni e iscrizioni telefonare allo 0544/482277 o inviare una mail a palazzorasponi2@comune.ra.it.

Salvatore Esposito, free lance per numerose agenzie e attualmente per l’agenzia Contrasto di Roma, approfondisce nei suoi reportage temi come l’immigrazione, la prostituzione e la criminalità organizzata vivendo a stretto contatto con i soggetti da lui fotografati.
“Ritengo fondamentale – sostiene infatti il fotografo napoletano – raggiungere una certa intimità con queste vite dai trascorsi molto duri, per poter conoscere a fondo le loro sofferenze e i motivi che stanno dietro le loro azioni perché le mafie, in generale, sono un grande male del nostro Paese e non solo”.
Il lavoro fotografico di Salvatore Esposito è focalizzato in particolar modo su quella che viene considerata una delle piaghe sociali più grandi della sua città: la camorra.
Uno dei suoi progetti principali, L’inferno di Scampia, oltre ad aver riscosso grande successo sia in Italia che all’estero, ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il Sony Award, NPPA Award, Prix du Documentaire, Terry o’Neill Award e Getty Images Grant.
I suoi lavori sono stati pubblicati su riviste internazionali come il Sunday Times Magazine, National Geographic, Vanity Fair e l’Espresso.
Nel 2014 ha girato il suo primo documentario, La cella zero, che ha ricevuto sei riconoscimenti ed è stato in concorso in sedici diversi festival.
Nel 2016 ha partecipato alla Biennale di Venezia, prendendo parte al progetto Gang City.