
Non è mai troppo presto per la musica
I bambini sono naturalmente predisposti al linguaggio sonoro sin dalla nascita. Verso i due-tre mesi sembrano imitare aspetti ritmici e melodici dei suoni pronunciati da adulti e bambini, in particolar modo della madre.
Le parole e il canto dell’adulto sono la base per le sperimentazioni effettuate dal bambino nei primi vocalizzi, la figura di riferimento gioca un ruolo di specchio sonoro che riflette le esperienze vocali del bambino, rafforzando e stimolando lo sviluppo del linguaggio.
La musica, ma più in generale ogni suono, svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo globale dell’individuo.
Durante la giornata educativa nei nidi e scuole dell’infanzia, le filastrocche, i canti, le conte rappresentano la colonna sonora della vita scolastica, sono gli strumenti privilegiati delle insegnanti per anticipare routine e scandire i ritmi della quotidianità.
E’ un fare concretamente con corpo, voce, strumenti musicali, oggetti e ambiente, per far crescere piacere e interesse per l’esperienza sonora
Lentamente i bambini sviluppano una propria sensibilità musicale, esplorano per prove ed errori, con canti improvvisati e spontanei, sperimentano la possibilità di interpretare emozioni ed idee musicali con il movimento.
Suonare, cantare, danzare sono infatti azioni strettamente intrecciate, i primi approcci al ritmo con il corpo, diventano poi coreografie dettate dai ritmi dei diversi generi musicali.
Inoltre, avvicinarsi al mondo della musica, significa fare un lavoro di scoperta ed apprendimento ingenuo dei concetti matematici quali suoni alti, medi, bassi…ritmo e timbri diversi, pause. La pausa, il silenzio in musica è importante come il suono. Non c’è suono senza silenzio e viceversa.
Avanti tutta allora, con l’esplorazione sonora, di canti, voci e suoni di strumenti musicali, quali sonagli, maracas, legnetti, tamburelli in un concerto di gioco sonoro.
A cura del Coordinamento pedagogico del Comune di Ravenna