02 Gennaio 2019

Ravenna per la Pace: 200 alla Marcia del 31 dicembre per le vie della città. E i commercianti offrono cioccolata e tè ai partecipanti

Si è svolta il pomeriggio del 31 dicembre per le strade della città la Quinta edizione della marcia della Pace ravennate organizzata dall’ Arcidiocesi di Ravenna-Cervia (in specifico dall’ Ufficio per la Pastorale Sociale, del Lavoro, Giustizia e Pace e Custodia del Creato) in collaborazione con le principali confessioni religiose presenti in città e con il Comune di Ravenna e presieduta dall’arcivescovo di Ravenna, Monsignor Lorenzo Ghizzoni. 200 i partecipanti alla manifestazione che aveva per tema “La buona politica è a servizio della pace”, titolo del Messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale della Pace 2019.
Un’iniziativa a tutti gli effetti cittadina, grazie alla presenza di rappresentanti delle principali religioni, dell’assessore allo Sviluppo economico Massimo Cameliani, delle associazioni dei commercianti col presidente comunale di Confesercenti Mauro Tagiuri e di esercenti che lungo il tragitto hanno offerto tè e cioccolata calda ai partecipanti.
Si è partiti dunque da piazza del Popolo, il cuore civile della città, per camminare e ascoltare alcuni brani del Messaggio di Papa Francesco. A chiarire il senso dell’appuntamento che si ripete nell’ ultimo giorno dell’anno è stato l’arcivescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Ghizzoni: “Perché marciare? Ricorre quest’anno il centenario della fine della prima Guerra mondiale nella quale sono morti quasi 18 milioni di giovani. Alla fine di quella guerra si pensava che non sarebbe potuto accadere di nuovo, e invece di lì a poco successe. Il cuore dell’uomo è segnato da questa tendenza all’ aggressività che assieme a ideologie, a ingiustizie e diseguaglianze, alla dignità calpestata può generare conflitti. Dobbiamo crescere nella coscienza che la pace dipende anche da me; che c’è qualcosa che posso fare io e che nessun altro può fare. E come di fronte alle migrazioni, spesso frutto delle guerre, occorre riscoprire la solidarietà: o insieme reagiamo, oppure saremo vittime di conflitti che si perpetuano”. “Ci piace vedere una Ravenna così – ha aggiunto sempre in piazza del Popolo l’assessore Cameliani –: solidale, aperta, coesa, multiculturale. Per una ‘buona politica’ occorre ripartire dalla Costituzione, dall’ articolo 2 che sottolinea come i diritti dell’uomo esistono al di là della cittadinanza, ma anche dall’ articolo 11 che vuole l’Italia promotrice di pace. È una responsabilità di tutti: annunciare la pace come buona notizia”. Davanti alla sede del liceo Classico Dante Alighieri è stato invece il presidente di Confesercenti, Mauro Tagiuri a prendere la parola: “Non può esserci commercio senza pace, a meno che non si tratti del commercio delle armi. Il dialogo, la tolleranza, la solidarietà sono valori anche per i commercianti di Ravenna che tendono, assieme a tutta questa comunità, alla pace”. La Marcia si è poi fermata in piazza San Francesco, tradizionale luogo del dialogo interreligioso ravennate dove Moustapha Toumi, vicepresidente del centro islamico della Romagna, si è concentrato sul tema delle migrazioni: “Cosa possiamo dire di Mosè, di Gesù costretto a migrare appena nato (glielo avremmo dato il permesso di soggiorno a Gesù?), e anche dello stesso Mohammed? – ha detto –. Anche loro sono stati migranti. I migranti portano ricchezza, producono l’8% di Pil. E la buona politica è quella che non va nei salotti ma si confronta con questa realtà”. La penultima tappa della Marcia è stata di fronte alla sede della Caritas diocesana dove è intervenuto il direttore don Alain Gonzalez Valdès: “Ognuno è chiamato ad essere artigiano di pace – ha spiegato– e questo implica pazienza, determinazione. Ma la pace non è solo uno sforzo esteriore. Vi auguro perciò un 2019 pieno di tante cose belle ma soprattutto vi auguro la pace del cuore che, come diceva Giovanni Paolo II, è il cuore della Pace”. La quinta Marcia della pace si è conclusa all’ interno delle porte del carcere di Ravenna, dove la direttrice, Carmela de Lorenzo ha voluto ringraziare i partecipanti della presenza: “Non è scontato che la città sia qui oggi”. A conclusione della manifestazione, il saluto dell’arcivescovo Ghizzoni: “Non abbiamo giustificazioni religiose per portare avanti conflitti e guerre. Chi lo fa sbaglia. Questo non significa che non possiamo amare la patria: tutti dobbiamo conservare la nostra, ma andare verso un mondo di patrie senza confini”.