Sono intervenuti alla conferenza stampa:
Michele de Pascale sindaco e presidente della Provincia di Ravenna
Pierpaolo Bombardieri, segretario generale aggiunto UIL
Andrea Bianchi direttore area politiche industriali Confindustria
Ravenna 14 marzo 2019
È stata presentata in Comune a Ravenna la manifestazione nazionale “Per l’energia italiana – accendiamo il buon senso” in programma sabato 16 marzo alle 11 in piazza del Popolo a Ravenna, dove solo attese delegazioni di imprese e lavoratori da Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo e Basilicata. L’iniziativa, a cui aderiscono 11 organizzazioni imprenditoriali e sindacali con il patrocinio del Comune e della Provincia di Ravenna, nasce per difendere i lavoratori e le imprese del settore energetico, sostenendo la transizione energetica, le fonti rinnovabili e l’estrazione del gas naturale italiano, e per convincere il Governo a cambiare rotta in merito al blocco delle attività estrattive.
“I due grandi obiettivi – dichiara il sindaco e presidente della Provincia di Ravenna Michele de Pascale – dei prossimi anni saranno ottenere energia con il minor impatto possibile sull’ambiente e a un costo il più basso possibile.
Il combinato disposto di questi due obiettivi ci porta a dover investire con forza sul mix di energie rinnovabili e gas naturale, la fonte fossile più pulita che esista, abbandonando progressivamente tutte le fonti maggiormente inquinanti.
Ravenna, dove è concentrato il 13% delle imprese e il 29% dell’occupazione regionale del settore, può rappresentare un riferimento per esperienza, ricerca e know-how, operando sempre in condizioni di massima sicurezza e grande sostenibilità.
L’Italia purtroppo è passata oggi da non avere una strategia energetica ad averne una sbagliata. Il nostro Paese ha abbandonato i criteri scientifici affidandosi alla demagogia e questo rischia di creare un danno enorme al comparto, di mettere in crisi migliaia di lavoratori e famiglie, di respingere possibili investimenti, ma soprattutto di pregiudicare lo sviluppo energetico italiano. Il Governo bloccando le attività estrattive ci costringe di fatto ad aumentare le importazioni di gas naturale dai paesi stranieri.
Con questa manifestazione chiediamo con forza a Governo e Parlamento di rivedere la propria posizione in merito al blocco delle attività estrattive e di mettere mano a tutta la normativa che le riguarda, collegando le autorizzazioni esclusivamente ad elementi di valutazione di carattere scientifico e ambientale”.
“In un paese fermo, dove tutti gli indicatori economici virano in negativo, il tema delle infrastrutture, anche energetiche, è centrale per rilanciare crescita e occupazione – dichiara Stefan Pan, vicepresidente per le Politiche di Coesione Territoriale di Confindustria – In uno spirito costruttivo, speriamo che la ripresa del confronto con il Governo possa ora concentrarsi sulle misure della crescita, per contrastare questo inspiegabile sentimento anti-impresa e anti-sviluppo. La nostra presenza in piazza è un’occasione per manifestare la forte preoccupazione che può generare lo stop alle trivelle, contenuto nel provvedimento Semplificazioni, mettendo a rischio decine di migliaia di posti di lavoro e un’intera filiera di imprese di eccellenza: quella dell’Oil&Gas”.
“Tira un’aria nuova nel Paese: dalla grande manifestazione sindacale unitaria di inizio febbraio alle iniziative delle donne per l’8 marzo, dalla società civile mobilitata sulla TAV alla piazza di Ravenna di sabato prossimo. Persone che non portano in piazza le loro paure, ma si mobilitano per pretendere il rispetto dei diritti, per avanzare proposte per la ripresa economica e produttiva, occupazionale e sociale, di sviluppo della nostra Italia – spiega Pierpaolo Bombardieri, segretario generale aggiunto UIL – Questa voglia di partecipazione e il protagonismo delle forze sindacali e sociali qualcosa sta smuovendo: dopo l’incontro di ieri con il Ministro del Lavoro e la riunione fra Sindacati e Confindustria qualcosa sembra muoversi: riparte il confronto, sperando che sia nel merito e non fondato su proclami di stampo elettoralistico. Sulla transizione energetica il nostro Sindacato ha idee chiare: nessuna contrapposizione fra gas naturale ed energie rinnovabili, puntare su tecnologie nuove come idrogeno, una nuova politica di economia circolare, integrazione delle reti, più ricerca e innovazione, più investimenti pubblici e privati. No alla chiusura degli offshore, che ci fa perdere posti di lavoro, leadership tecnologica e credibilità internazionale”.