Nell’ambito del cartellone “Una società per relazioni” è stata pubblicata sul canale Youtube del regista Eugenio Sideri la digital performance “Le regine del limite”, interpretato dal gruppo Le Oltraggiose, visibile a questo link https://bit.ly/3owBDux.
“Si tratta di un progetto significativo e illuminante – afferma l’assessora alle Politiche e cultura di genere Ouidad Bakkali – che racconta storie di donne e di soprusi, di menzogne e di coraggio, dimenticate o segrete, ma che ancora oggi purtroppo accadono. Storie che si sono incrociate al racconto personale delle ragazze e che mostrano quanta strada ci sia ancora da percorrere. Ringrazio le Oltraggiose per il loro impegno e la passione che hanno trasmesso”.
Il racconto on-line de “Le Oltraggiose” si fa testimonianza di una realtà a volte ignorata o taciuta, di condizioni al femminile – e non solo – con cui a volte si convive.
E allora ecco l’oltraggio. Oltraggio quale superamento di un limite imposto, quale momento di consapevolezza e conoscenza, quale grido di una lotta e travalicamento del sopruso.
L’intero progetto è stato realizzato in compartecipazione con l’assessorato alle Politiche e culture di genere, l’assessorato alla Pubblica istruzione nell’ambito della Rassegna “Una società per relazioni”.
Ideazione, sceneggiatura e regia del video sono a cura di Eugenio Sideri – Lady Godiva Teatro con il gruppo “Le Oltraggiose” (composto da Roberta Ametrano, Giada Bona, Chiara Bongarzone, Giulia Casadio, Beatrice Cortesi, Saskia Crisconio, Giada Marisi, Asja Masoli, Martina Montigiani, Amelia Natali, Selena Penzo, Federica Santandrea, Laura Sentiero, Clara Silvestri).
L’assessora Bakkali si sta inoltre impegnano per reperire al più presto un tempo e un luogo in cui, o in presenza, all’aperto, oppure in teatro (a porte chiuse, in streaming o registrato), le ragazze potranno finalmente debuttare su di un palco con il loro spettacolo. Bakkali ha inoltre dichiarato di aver colto la grande potenzialità del progetto “Le Oltraggiose” fin dai primi passi.
“Giovani ragazze – aggiunge – impegnate nella promozione e diffusione di contenuti importanti sulla lotta alla discriminazione di genere. La guida di Sideri inoltre ha dato loro la chiave del Teatro per poter comunicare ai loro coetanei, ma direi alla cittadinanza tutta, la loro visione di mondo, di futuro, di donne. Pertanto sono certa che questo sarà solo il primo di una serie di progetti che la nostra città potrà costruire con “Le Oltraggiose”.
Il gruppo “Le Oltraggiose” nasce nell’ottobre del 2019 a seguito di un’esperienza teatrale, svoltasi all’interno della Casa Circondariale di Ravenna: in essa furono coinvolti un gruppo di adolescenti ed alcuni attori-detenuti. Il gruppo, dopo lo spettacolo, decise di continuare a lavorare insieme sotto la guida del regista Eugenio Sideri, prendendo appunto il nome di “Le Oltraggiose”.
Formato da quattordici ragazze tra i 15 e i 20 anni, il progetto prevedeva di svilupparsi attraverso un percorso teatrale che, però, è stato purtroppo interrotto dall’emergenza Covid.
Il lavoro del gruppo è comunque proseguito, declinandosi in altre forme artistiche. Nella primavera 2020 è stato infatti realizzato il video “KRAUGE’ – Logos su Anna Politokovskaja” e successivamente, nell’autunno 2020, il video “Mi chiamo Anna Politokovskaja. Storie di donne, di violenza, di coraggio”. Nel frattempo l’emergenza Covid proseguiva e con essa l’impossibilità di lavorare a teatro.
A gennaio 2021 “Le Oltraggiose” danno vita ad un’altra modalità di lavoro: la piattaforma Zoom diventa luogo di prova e messinscena, la fotocamera del pc e quella del cellulare si fanno telecamera mentre a fare da scenografia è l’interno domestico.
Questo è quindi un progetto sviluppatosi attraverso una piattaforma online, dove avvenivano le prove e le registrazioni audio-video che venivano poi successivamente montate
Eugenio Sideri, fondatore e regista del gruppo, dice: “La speranza di tornare in scena svaniva, un giorno dopo l’altro. E con lei, la volontà di proseguire il progetto. Ho chiesto allora alle Oltraggiose un atto di resistenza, umana e culturale. Ho chiesto di non lasciarsi annichilire, di proseguire, attraverso linguaggi diversi, il nostro percorso. Ho chiesto fiducia e sono stato ricambiato con amore. Se questo lavoro oggi esiste, è proprio grazie al loro amore per la vita, per l’arte, per la cultura, per il loro essere Donne.”