Sabato 27 maggio, ore 16,30 al Planetario. Con Paolo Morini e Francky Wode. Niente è più uguale per tutti gli uomini del cielo che li sovrasta. Ingresso libero.
Ma quando nel cielo sono scritte le storie dei popoli che vivono sotto di esso è inevitabile che il cielo si moltiplichi e che ogni cultura abbia il suo.
Ma tutti questi cieli non sono così diversi fra loro: le culture tradizionali hanno da sempre associato agli elementi cosmici un ruolo mitologico, e i corpi celesti sono diventati protagonisti di riti religiosi, di leggende e di racconti popolari.
Le stesse relazioni umane e sociali si sono riflesse nei rapporti cosmici: il ciclo dei moti celesti si associa al ciclo della vita e della morte, e agli astri attribuiamo caratteristiche a volte maschili e a volte femminili, umanizzandoli.
I Cieli Africani, in particolare, rappresentano un patrimonio prezioso e fragile.
La mancanza di documenti scritti, la contaminazione con la cultura occidentale e la globalizzazione culturale, richiedono attenzione e cura per comprendere le tradizioni all’origine dei miti celesti di questo grande Continente.