Come per tradizione il Festival delle Culture si apre guardando il futuro con i giovani grandi protagonisti. Venerdì 7, alle 17, in Piazza San Francesco il Festival verrà tenuto a battesimo da Martina Monti, Assessore all’Immigrazione del Comune di Ravenna, e Alberto Cassani, Coordinatore di Ravenna 2019, prima di una serie di eventi curati dal gruppo interculturale di giovani Generazioni in Movimento: performance di Parkur dei Ravenna Shine, esibizione di Capoeira del gruppo Coquinho Baiano, la break dance dei Lasagna Style e, infine, al seguito del furgone con DJ set, parte la Fiumana atto IV, una parata che proseguirà fino all’Almagià. Tappa in piazzetta Einaudi con le Giocolerie del gruppo Ravenna Jugglers, Mery & i Ballerini del Quake (balli latino-americani) e le danze tradizionali filippine del gruppo Mabuhay.
Alle 19.30, di fronte all’Almagià, verrà inaugurata, con tanto di volo di colombe, “Una Cupola per la Darsena”. Si tratta di un progetto dell’architetto Samuel Teclehaimanot Ghebreiesus ispirato ai lavori che Fabrizio Caròla ha realizzato per oltre trent’anni in giro per l’Africa. Un edificio low-tech, realizzato in un workshop partito il 20 maggio, che richiama le abitazioni africane nubiane e realizzato grazie all’utilizzo di un apposito strumento, il compasso ligneo. Il progetto, seguito in prima persona anche dalla stesso Caròla che interverrà all’inaugurazione, si propone di gettare uno sguardo oltre i confini usuali dell’architettura, per promuovere un esempio di edilizia partecipata, sostenibile, a basso costo.
Dopo la seconda parte dell’esibizione dei Capoeira (alle ore 20), nello spazio dibattiti allestito lungo la banchina della darsena ci sarà l’incontro “Suolo o sangue? Cittadinanza italiana: diritti, discriminazioni e prospettive” con l’atleta “g2” dell’esercito Marco Najibe Salami, l’avvocato Andrea Maestri, il Responsabile immigrazione Arci Filippo Miraglia, Laura Scacchetti di Rete ToghethER e il sociologo Mauro Valeri, responsabile dell’Osservatorio sul razzismo nel calcio e autore di libri sul razzismo nello sport quali “Nero di Roma”.
Due i concerti serali sul palco dell’Almagià. Alle 21.15 si esibirà l’Ensemble du Sud, un gruppo composto da musicisti di sette nazionalità diverse che hanno unito le proprie tradizioni musicali per creare un nuovo suono meticcio. Saliranno sul palco alle 22.30 i Radìs, con tutta la loro carica esplosiva di folk rock in salsa romagnola.
Sabato 8 giugno il Festival parte di mattina, alle 10, in Sala D’Attorre, con il seminario “Africa: un vivere sostenibile, nuovi confini per l’abitare”. Dopo i saluti dell’assessore all’urbanistica Libero Asioli interverranno il poeta eritreo Hamid Barole Abdu e il giovane architetto Samuel Teclehaimanot
Ghebreiesus che introdurrà gli interventi degli architetti Fabrizio Caròla, Linda Zardo e Blal Adem Esmail.
Si torna in Darsena alle 17, nello spazio dibattiti in banchina, con l’incontro “Cittadinanza Intrecciata. Donne migranti e native insieme per una piena cittadinanza senza confini”, organizzato dall’associazione Intrecci e da Liberedonne – Casa delle Donne di Ravenna.
Dentro all’Almagià alle 19 c’è l’appuntamento con uno dei cavalli di battaglia del Festival, il Sabar, un’ora di dialogo in danza e musica fra percussionisti senegalesi e donne in splendidi vestiti da festa.
Alle 20.30, in banchina, si parlerà di crisi economica cittadinanza e identità della persona nell’incontro “Senza lavoro, chi siamo?”. Ne discuteranno un antropologo, Francesco Zanotelli, un sociologo, Enzo Morgagni, un psicologa, Anna Di Matteo dell’associazione SèStante, una orientatrice/formatrice, Daniela Ciani, e il Segretario Nidil Cgil Idilio Galeotti.
Alle 21.30, dopo una diretta via Skype con il Festival “Talents africains” di Dakar, salirà sul palco Zohreh Joohya con il suo Afghan Ensemble, in un suggestivo concerto che ripercorre gli antichi canti popolari e religiosi dell’Afghanistan eseguito con strumenti tradizionali. Il sabato si chiuderà con lo spettacolo “Danze senza confini” della compagnia togolese International Afric-Racine.
La giornata di domenica 8 partirà con la proiezione del film “God Save the Green”, di Michele Mellara e Alessandro Rossi, un viaggio nelle periferie del Sud e del Nord del mondo per scoprire come il verde possa riconquistare lo spazio urbano. Saranno presenti i registi. Restando in ambito ecologico si prosegue poi in banchina con i bambini protagonisti che, dopo la corsa coi sacchi, riceveranno in dono dagli anziani del Comitato orti del Villaggio Anic delle piantine per i propri balconi e giardini.
Si verrà catapultati in una periferia africana alle 19.30, dentro l’Almagià, con una serie di danze cerimoniali nigeriane in costume, con i gruppi Edo Community, Sky Ladies, Royal Sisters, Afesan Community e Donne interculturali. Di nuovo in banchina alle 20.30 per un incontro con la storia e la cultura del popolo rom, “But Baxt ta Sastipè” (Che possiate essere sani e fortunati), a cui è legata una mostra esposta nel porticato dell’Almagià. Interverranno Giovanna Zoffoli di Integriamoci Insieme, Alessandro Forni dell’Associazione Menocchio e Graziella Gardini Pasini, dell’Associazione italiana zingari oggi.
Sul palco dell’Almagià alle 21.15 il sindaco Fabrizio Matteucci consegnerà ilPremio all’intercultura città di Ravenna 2013, introdotto da uno spettacolo di balli tradizionali filippini. Seguirà “Dai Carpazi agli Appennini”, uno spettacolo di musiche e balli popolari romeni del gruppo artistico di Romania Mare seguito dalle cante romagnole del Gruppo Pratella Martuzzi di Ravenna diretti dal Maestro Matteo Unich.
Il Festival delle Culture 2013 calerà il sipario con il concerto di Roberto Durkovic e i Fantasisti del Metrò, un cantautore di origine praghesi che ha mischiato alcuni dei migliori musicisti italiani con virtuosi di origine rom che suonavano nella metropolitana milanese, per un repertorio che va dalle sonorità balcaniche a quelle gitane con diversi pezzi autografi anche in lingua italiana.
Il convivio
Nella tre giorni la darsena attorno all’Almagià diventa un luogo in cui stare, vivere e incontrare persone. Ci saranno gli stand espositivi di circa trenta associazioni di volontariato, così come le bancarelle di artigianato, dalle sculture africane alle stoffe indiane alle produzioni artistiche locali. E ovviamente non mancherà la ristorazione con la cucina tunisina, senegalese e camerunese del Ristorante Bella Africa, le specialità indiane e srilanchesi di Aralya, i piatti maghrebini e mediorientali del Ristorante Marrakech, ma anche il furgone con piadina, pizza e kabab. Festival come luogo anche per i più piccoli grazie ai laboratori ludico creativi che si terranno nel gazebo curato da Terra Mia, Mabuhay, Fatabutega e La Lucertola. Questi ultimi hanno in programma anche la corsa con i carrettini a cuscinetti a sfera, sabato alle 18.30.