L’innovazione del progetto ha puntato soprattutto nel metodo organizzativo: il contenuto artistico del Festival è stato deciso attraverso un percorso partecipato che ha visto come protagonisti le associazioni locali di stranieri e miste che operano nel campo dell’immigrazione e dell’intercultura a partire dal coordinamento delle associazioni già esistente, ovvero “Ravenna Solidarietà”, dalla Rappresentanza dei cittadini extra-UE.
Quindi soggetti che sono stati chiamati a interagire ed esprimersi tra loro, come portatori di interessi non solo sulla fruizione di diritti e risorse ma sulla loro progettazione e gestione. Il Comune di Ravenna ha ricoperto il ruolo di coordinatore del processo progettuale, mettendo a disposizione le proprie strutture, le risorse umane e le competenze necessarie per la progettazione partecipata.E’ stato inoltre l’ente cofinanziatore del progetto in continuità con le politiche di integrazione già in essere nel territorio. L’intento è stato quello di allargare progressivamente la rete alle associazioni locali, di stranieri e/o miste, a quelle giovanili, alle organizzazioni sindacali, alle scuole ma anche a realtà di aggregazione giovanili informale. I soggetti coinvolti hanno elaborato proposte artistico-culturali che sono andate a formare il Festival delle Culture e gli eventi collaterali. Esattamente in questa concreta interattività che è stato il passaggio dall’accoglienza alla partecipazione e rappresentanza, dall’integrazione assimilatrice a quella fondata sull’esplicita e fondata interazione. In quest’ottica, le associazioni di migranti sono diventate portatori e produttori di cultura, incontrandosi e contaminandosi con quella italiana, nei luoghi che più tradizionalmente sono frequentati da italiani.