“Chissà”
Chissà se si potevano salvare vite di persone che da noi cercano di costruirsi un futuro, chissà se ci sono responsabilità coperte, chissà se si potevano evitare naufragi, chissà se hanno voluto trasferire sul virus la paura che ci avevano instillato per lo straniero, chissà se il timore che hanno inoculato nelle menti di tutti riusciremo a smaltirlo, chissà se avremo il coraggio di ricostruire rapporti umani anche verso gli immigrati rifugiati dopo che il calore e lo sguardo di una vicinanza si sono spenti dentro di noi per le misure anti Covid-19. Chissà se usciremo dalla monotematica del virus per riaprire gli occhi sui drammi degli esiliati che rischiando la loro vita abbandonano affetti e radici per affidarsi a noi.
Chissà se riusciremo ad entrare pienamente nella bella visione di un mondo nuovo, ripulito, noi ormai distaccati e persi e stanchi; non ce lo permetterà il rinchiudersi dentro le mura di casa che ci hanno protetti dal coronavirus ma servirà l’assunzione di un’apertura per riprendere a vivere fianco a fianco con quelli che dobbiamo considerare ospiti accolti da terre lontane. Se non lo facessimo graverebbe su di noi una responsabilità politica che resterebbe come marchio di infamia.