Il secondo hub per minori stranieri non accompagnati (Mnsa) dell”Emilia-Romagna aprira” a Ravenna: 50 i posti a disposizione, 20 a Ravenna e 30 sul territorio.
Gia”, perche” il secondo hub regionale (il primo è alle ex scuole Merlani a Bologna, inaugurato il 23 marzo 2015) sarà decentrato: il progetto è stato presentato direttamente da Anci al ministero, e ha ottenuto il finanziamento. “Stiamo ultimando in queste ore gli accordi con le altre strutture che accoglieranno i ragazzi- spiega Paolo Pirazzini, direttore del dipartimento Welfare di Anci Emilia-Romagna- ci sarebbe piaciuto realizzare un hub in un unico posto come a Bologna, ma le condizioni ci hanno fatto propendere per una soluzione diffusa”.
Il centro di Ravenna sarà gestito da due cooperative, Camelot e Persone in movimento. Perchè Ravenna? “Collaboriamo con Ravenna dall”inizio dell”emergenza: ci sono le strutture e le competenze”, replica Pirazzini. Nella graduatoria dei progetti presentati in occasione del piano di qualificazione del sistema nazionale di prima accoglienza conclusosi il 6 luglio (quello di Morcone, che prevede 36 nuovi centri per Msna), un progetto siciliano si è classificato al primo posto, davanti all”hub di Bologna e al nuovo hub di Ravenna. “È la conferma della validita” dei nostri progetti”, commenta Annalisa Faccini, responsabile dell”ufficio minori famiglie tutele e protezioni del Comune di Bologna. Così, i 50 posti dell”hub di Ravenna vanno a sommarsi agli altri 50 posti dell”hub del capoluogo.
Contemporaneamente, a Bologna sono attivi 127 percorsi Sprar per minori (presto dovrebbero diventare 150: si sta lavorando per includere anche i neomaggiorenni), a cui se ne aggiunge un altro centinaio sul resto del territorio regionale (anche in questo caso potrebbero esserci ampliamenti). “Questi progetti -gli hub e i percorsi Sprar- sono progetti specifici con una durata determinata, che ottengono finanziamenti da canali ministeriali. Poi, ma sono un”altra cosa, ci sono quelle situazioni che prevedono rimborsi tramite le prefetture ai comuni che accolgono giovani profughi”, continua Faccini. Si tratta di Msna arrivati spontaneamente sul territorio: “Quotidianamente riceviamo telefonate dalle forze dell”ordine che trovano ragazzini soli, che non sanno dove andare: così, chiamano i servizi sociali. Questa dinamica e” diffusissima a Bologna: solo in agosto -e siamo al 12- ne abbiamo già accolti 21. Di questi casi, noi trimestralmente mandiamo un rendiconto alla Prefettura. Veniamo rimborsati con 45 euro pro capite pro die”. E poi, ci sono i minori accolti dall”hub di via Mattei, circa una cinquantina di ragazzini che vivono con gli adulti: “All”hub di via Mattei non dovrebbero mai arrivare- continua Faccini- considerato che non ci si possono essere recati spontaneamente, ma attraverso il nucleo sbarchi. Non dovrebbe succedere, ma può darsi che, al momento dello sbarco, non ci sia la possibilità di discernere tra chi è quasi maggiorenne e chi già lo è, considerato poi che tutto si basa su una autodichiarazione”. Secondo l”ultimo report della Regione (26 luglio) sono 923 i Msna presenti sul territorio. Nella maggior parte dei casi hanno tra i 16 e i 17 anni: vengono dall’Albania, dal Pakistan, dal Marocco, dalla Nigeria.