Progetto 30330

Progettisti: Alessio Valmori-architetto, Sara Angelini-architetto (capogruppo), Bianca Barducci-architetto, Silvia Loddo-storico dell’arte, Cesare Fabbri-fotografo, Matteo Zavalloni-dottorando in economia agraria.

L’area di progetto oggetto di questo concorso è un sito complesso sia per la sua posizione geografica all’interno della città (Darsena in fase di recupero-riqualificazione) sia per i suoi immediati limiti (Ex-Tiro a segno in abbandono e Area industriale). È un’area in divenire: un territorio intermedio ancora alla ricerca di un’identità e di un ruolo all’interno della città di Ravenna. La vicinanza al centro e le possibili connessioni ciclo-pedonali con quest’ultimo rendono l’area estremamente potenziale per nuovi sviluppi, ma allo stesso tempo è necessario non proiettare in un futuro troppo
lontano sia il progetto che gli interventi da attuare sull’esistente.

Il progetto di architettura, costruibile e adattabile per fasi successive, si confronta costantemente con l’effettiva realizzabilità dell’ambiziosa proposta anche in termini economici. Attraverso scelte flessibili e per fasi successive, l’architettura si adatta al cambiamento urbano, divenendone protagonista. Strategia di Progetto L’intervento di progetto sul comparto agisce in maniera duale nei confronti dell’esistente: da un lato si propone di mantenere pressoché immutato il comparto attuale destinato a orti, valutando come positiva quest’attività spontanea sia da un punto di vista sociale sia da un punto di vista urbano; dall’altro si propone di enfatizzare al massimo intensificando i caratteri del luogo.

Una strategia per perseguire questo duplice intento (intensificazione e preservazione) è quello di suddividere il lotto in due aree che risultano volutamente sbilanciate. L’area viene dunque suddivisa in un 10% e in un 90%. Nella superficie minore, a ridosso del muro di confine con l’Ex – Tiro a segno si prevede la costruzione di una serra contemporanea, mentre nel restante 90% si prevede il mantenimento dell’area a orti urbani. La scelta alla base di questo “sbilanciamento” radicale privilegia un atteggiamento che massimizza e concentra in un unico punto le nuove funzioni e programmi piuttosto che un insediamento diffuso e ibrido, che distruggerebbe il fragile ecosistema sociale e insediativo degli orti urbani esistenti

L’approccio progettuale attua un’intensificazione del carattere dei luoghi, e s’insedia lungo il muro perimetrale dell’Ex-Tiro a segno per lasciare immutata la vocazione dell’area di progetto. Così, a lato degli orti urbani di via Pag, nasce, nel rimanente 10% del lotto, una serra lunga 100 m e larga 10 m che collega nuovamente la via al Canale Candiano e che innesta nuove potenziali funzioni in questa parte di città.
La serra di Orangerie 10% è un nuovo spazio per Ravenna capace di ospitare eventi culturali e artistici, nuovi spazi per piccole attività artigianali e creative e nuovi servizi e workshop.
Sullo sfondo di questo mix che tiene insieme differenti anime (quella più commerciale e quella più creativa) vi è insediato un grande vivaio continuo, specializzato in agrumi e colture orientali (spezie e thé), che intensifica appunto il carattere del luogo vocato alla coltivazione della terra e dei suoi frutti.

La scelta delle colture all’interno dell’orangerie riprende concettualmente la profonda connessione tra la città di Ravenna e l’immaginario dell’Oriente che tanto ha caratterizzato la città, ma all’interno di uno spazio assolutamente contemporaneo.