IDEE DEL PERCORSO PARTECIPATIVO LA DARSENA CHE VORREI FINALIZZATE AL RIUSO URBANO

Sintesi dal documento sulla partecipazione dei cittadini per “La Darsena che vorrei”, riguardante gli aspetti del riuso nel comparto Darsena. Si possono individuare nel documento 4 macroaree di interesse su cui si sono maggiormente concentrate le proposte.

1. SPAZI E LUOGHI DI AGGREGAZIONE E CULTURA

1a) – Spazi e luoghi di aggregazione culturale

Un polo dedicato alla cultura, spazi di aggregazione, teatri, musei (ed esempio Museo della Scienza e della Tecnica), spazi per l’accoglienza turistica mancanti a Ravenna. Una darsena vivibile a tutte le ore e a tutte le stagioni, ad esempio la sera d’estate e di giorno d’inverno, con fiere e mostre. Non un’alternativa al centro Storico, ma un completamento. Tutti questi poli possono essere integrati tra loro e devono essere localizzati scegliendo per primi gli edifici di archeologia industriale quali ad esempio il ‘Sigarone” e quelli del Consorzio Agrario.(Open Space Technology/proposta n. 9 e 10).

1b) – Prevedere spazi pubblici di aggregazione e socializzazione (oltre al verde) come: piazze, luoghi pubblici fruibili in ogni stagione (coperture rimovibili, trasparenti e a basso impatto ambientale) e in ogni momento della giornata. (Open Space Technology/proposta n. 13).

1c) – Pensare all’aggregazione in ore notturne senza arrecare disturbo ai residenti e quindi concentrare gli spazi pubblici sul waterfront. (Open Space Technology/proposta n. 13).

1d) – Pensare a luoghi di aggregazione non solo per i più giovani ma per tutti (Workshop tematico In quale città vogliamo vivere?).

1e) – Costruire un quartiere vuol dire pensare a una piazza, un luogo di raccolta dove si possa stare bene anche senza grandi costruzioni e senza edifici faraonici. Valorizzare una rete di spazi (anche già esistenti) dedicati all’arte pubblica, alla musica anche spontanea, al teatro.

1f) – Valorizzazione del patrimonio culturale e giovanile del quartiere per tutta la città. Deve essere presente uno spazio ludico dove per i giovani sia possibile ritrovarsi e condividere tempo anche slegato da qualsiasi forma di partecipazione con altre attività, disincentivando il bere come unica forma di divertimento. (Open Space Technology/proposta n. 17).

1g) – Promozione di talenti per il turismo. Incubatore come start up. e agenzia che si occupi del collegamento fra attività private e pubbliche. Eventi tematici della durata di più giorni che facciano da collante tra il mare e la città in estate e tra periferie e centro nel resto dell’anno, specialmente in bassa stagione. (Open Space Technology/proposta n. 18).

1h) – Ravenna città del mosaico, la nuova Darsena come continuità storica del mosaico. Creare un percorso turistico che dal centro storico conduca direttamente alla futura darsena per la visita alle botteghe artistiche (al momento sono prevalentemente in centro), alle gallerie, ecc… dando così la possibilità ai molti artisti di creare opere da collocare nei vari edifici, strade, negozi, pub, aree pubbliche ecc… (Open Space Technology/proposta n. 11).

1i) – Dare priorità al recupero e alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente avendo particolare attenzione alla progettazione prioritaria degli spazi pubblici (aree verdi, piazze, punti di aggregazione, ecc…). (Open Space Technology/proposta n. 13).

1l) – La Darsena potrebbe essere il luogo dove la cultura trova la propria sede, non penso alla cultura aulica o a quella delle grandi manifestazioni ma a una cultura ad ambito locale, alle attività del mondo dell’associazionismo (Workshop tematico In quale città vogliamo vivere?).

1m) – Spazi per parkur e per skateboard (Workshop tematico In quale città vogliamo vivere?).

1n) – Spazi per mercatino enogastronomico europeo permanente. Mi piace l’idea di sfruttare il fatto di essere in presenza di un quartiere multiculturale per organizzare un mercato permanente magari proprio sul fronte dell’acqua con oggetti e prodotti tipici dei vari luoghi di provenienza (manufatti, vestiti, frutta, fiori, spezie).(Workshop tematico In quale città vogliamo vivere?).

1o) – Prevedere un Urban Center (Workshop tematico In quale città vogliamo vivere?).

1p) – Prevedere l’allestimento di una struttura mobile in testata Darsena che sia “appoggiata” alla banchina e alle scalette e che possa fungere da punto panoramico ma anche da palco per piccoli eventi (presentazione di libri, letture, incontri, piccoli concerti ecc…).

1q) – Un sogno per la Darsena è la possibilità di realizzare una Skate Plaza, un nuovo concetto di spazio urbano, piazza o parco che sia, progettato in collaborazione con skater esperti dove le pavimentazioni, gli arredi e tutti gli elementi della “Plaza” sarebbero funzionali alla pratica dello skateboarding ed inseriti nel contesto urbano.

1r) – Ritengo utile che lo spazio in progettazione predisponga un luogo dove si faccia memoria del luogo stesso. Un piccolo museo della marineria che illustri l’evoluzione del luogo Darsena da ieri ad oggi e nel futuro.

1s) – Luogo d’incontro: multisala con musica, sala per conversare, bowling, ludoteca utilizzando anche edifici esistenti (biblioteca, internet point, self service, sala lettura, sala scacchi).

2. LA REVERSIBILITA’ E LA TEMPORANEITA’, GLI SPAZI APERTI, IL BENE COMUNE E I DIRITTI ACQUISITI DELLE PROPRIETA’ PRIVATE

2a) – Censire gli spazi e stabilire il loro valore potenziale. Negli “spazi già edificati” l’archeologia industriale ha valore dominante, sia perché rappresenta la memoria e l’identità urbana del quartiere, sia perché si tratta spesso di edifici con una loro insospettabile ed intrinseca bellezza ed una potenzialità di utilizzo molto flessibile. Il censimento deve anche prevedere quali bonifiche effettuare per le aree inquinate. (Open Space Technology/proposta n.10).

2b) – Banchine fruibili, arredo urbano (Open Space Technology/proposta n.10).

2c) – Salvaguardia degli spazi aperti e del senso di libertà.(Open Space Technology/proposta n.13).

2d) – Individuare indicazioni precise e concrete affinché venga pienamente sfruttata la peculiarità principale del luogo che è l’acqua (Open Space Technology/proposta n.14).

2e) – Istituire un vincolo nel POC per premiare la valorizzazione degli edifici di archeologia industriale da destinare a fini pubblici coordinando e condividendo tali incentivi fra tutti i proprietari.(Open Space Technology/proposta n.14).

2f) – Bisogna lasciare spazi “vuoti e liberi”per dare la possibilità ai cittadini di viverli liberamente e spontaneamente (Workshop tematico In quale città vogliamo vivere?).

2g) – Architettura temporanea, verde temporaneo, installazioni reversibili da insediare nei vuoti urbani o nei contenitori architettonici esistenti. Reversibilità dei nuovi interventi nel breve termine o come iniziativa stagionale e al contempo sviluppo stagionale o in pianta stabile nel lungo termine di iniziative e architetture.

2h) – Si ritiene che si debba costruire solo se c’è una provata necessità collettiva di nuovi immobili. Qualora fosse necessario, va data priorità al recupero a alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente avendo particolare attenzione alla progettazione degli spazi pubblici (aree verdi, piazze, punti di aggregazione ecc…) rispetto all’edilizia privata.

3. LA MOBILITA’

3a) – La stazione ferroviaria un problema o una risorsa? (Open Space Technology/proposta n. 8).

3b) – Navigabilità del Canale (Open Space Technology/proposta n. 12).

3c) – Realizzazione di un secondo fronte della stazione rivolto alla Darsena, prolungamento dell’attuale sottopasso RFI.

4. ACQUA, VERDE E SOSTENIBILITA’

4a) – Adotta un aiuola in Darsena, rivolto a vivaisti, ortolani, privati cittadini, architetti, artisti, associazioni. Durata un anno a partire dalla data concordata (Open Space Technology/proposta n. 21).

4b) – Seguire criteri di eco-sostenibilità e di risparmio energetico sia per quanto riguarda le tecniche usate che per i materiali impiegati (Open Space Technology/proposta n.13 e n.22).

4c) – Barche e chiatte ad uso bar, ristoranti, locali, punti di ristoro, ma anche luoghi di espressione d’arte. (Workshop tematico In quale città vogliamo vivere?).

4d) – Usare l’acqua. Battelli galleggianti per luoghi di aggregazione, dove incontrarsi per conoscersi, mangiare, giocare assieme, far musica e far cultura creativa. (Open Space Technology/proposta n. 16).

4e) – Utilizzare il tratto terminale del Candiano come spazio per attività ludico sportive; canottaggio, corsi di vela per piccole imbarcazioni e giochi d’acqua. Lo scopo deve essere quello di far sentire e vedere l’acqua e in questo caso il canale Candiano. Come se fosse parte integrante della città; cioè fare in modo che i cittadini abbiano sempre meno le spalle all’acqua, ma l’abbiano di fronte.