Ciuccio sì, o ciuccio no? C’è chi ritiene che sia un “vizio” da eliminare il prima possibile e chi invece ne esalta gli aspetti positivi, visto che il ciuccio tende a calmare i bambini e ciò, in alcuni momenti della vita quotidiana, può essere funzionale non solo alla loro tranquillità, ma anche a quella dei genitori. Quindi quando è opportuno togliere il ciuccio e con che modalità?
Prima di tutto occorre considerare che nei primi anni di vita i bambini e le bambine sono soggetti a una forte stimolazione a livello orale, utile sia per l’alimentazione, ma anche per la conoscenza e l’esplorazione degli oggetti e quindi per la conoscenza del mondo. Il ciuccio è una vera e propria fonte di consolazione in momenti particolari della vita del bambino, soprattutto prima dell’addormentamento, nel distacco dai genitori o nelle situazioni di frustrazione o disagio.
Da più parti si evidenzia la preoccupazione che l’utilizzo del ciuccio possa comportare la deformazione del palato dei bambini, per questo, talvolta, il genitore può avere la tentazione di inibire precocemente l’utilizzo di questo oggetto; gli studi dimostrano che, nella maggior parte dei casi, il ciuccio non comporta gravi danni al palato se usato nei primi anni di vita, diversamente se all’ingresso della scuola primaria i bambini utilizzano ancora il ciuccio o il dito in bocca.
Prima di eliminare il ciuccio dalla loro vita è necessario riflettere sul modo e sul momento giusto in cui farlo. Sicuramente i momenti di transizione o di cambiamenti importanti nella vita familiare (nascita di fratelli o sorelle, inserimento alla scuola dell’infanzia, cambio casa, ecc.) sono i meno indicati per toglierlo. È importante iniziare l’allontanamento dal ciuccio con gradualità, tenendo sempre in considerazione i segnali positivi o negativi che i bambini ci mandano attraverso i loro comportamenti e le loro parole, riservandolo ad alcuni momenti particolari, in cui, ai genitori, sembra veramente indispensabile. L’obiettivo di mamma e papà dovrebbe essere quello di ridurre l’uso del ciuccio sostituendolo a poco a poco con altri oggetti altrettanto rassicuranti: ad esempio il libro della buona notte, morbidi pupazzi, racconti che coinvolgono il bambino dal punto di vista simbolico e fantastico e che siano altrettanto affascinanti.
A cura del Coordinamento pedagogico del Comune di Ravenna.