La seduta dell’11 aprile 2013

Ingiustizia e prepotenza

Giovedì 11 aprile 2013 alle 9,45 presso la Sala del Consiglio Comunale, in piazza del Popolo 1 a Ravenna si è riunita la Consulta delle Ragazze e dei Ragazzi che sta affrontando i temi dell’Ingiustizia e della prepotenza con il focus negli ambienti di vita quotidiana dei minori: la scuola, il tempo libero/sport, la famiglia, il Web . L’intento finale sarà quello di redigere una “Carta contro la prepotenza e la discriminazione” che veicoli comportamenti positivi nelle scuole e di cui la Consulta si fa portavoce: si tratterà di un Manifesto -da appendere a scuola e nelle palestre o campi sportivi- e di un piccolo libretto che raccoglierà il materiale prodotto nell’intero percorso.

La mattina è iniziata con la illustrazione di una sintesi del lavoro svolto dai gruppi nella precedente seduta (allegato 1).
Partendo da esperienze e percezioni provenienti dalla loro vita quotidiana i ragazzi e le ragazze hanno individuato quelle azioni di prevaricazione e aggressività che si verificano troppo spesso a danno di chi è considerato diverso: per colore della pelle, provenienza, scelte sessuali ma anche per caratteristiche fisiche o emotive …perchè timido, introverso, basso, grasso, gracile…. Hanno poi pensato a cosa fare per fermare il prepotente e aiutare la vittima.
Per entrare dentro il “cuore caldo” dell’argomento, Elena e Primo hanno letto una selezione di storie di vittime di prepotenza tratte dal sito di SOS bullismo (www.bullismo.com) (allegato 2).

L’Assessore Bakkali ha poi lanciato ai ragazzi/e l’obiettivo della giornata: “quali riflessioni e suggerimenti possono dare a chi si trova ad essere vittima o testimone di tali atti, che possono influenzare così pesantemente la vita delle persone?” sottolineando l’importanza di essere stati eletti dai compagni di scuola e del senso istituzionale del loro ruolo attraverso la Consulta.

L’argomento è molto delicato e difficile da affrontare, per cui la discussione che si è innescata è stata subito vivace; ci si è trovati di fronte al dilemma fra quello che è opportuno e giusto fare e quello che d’istinto potrebbe sembrare utile, ma che poi non esaurisce il problema: come in ogni democrazia che si rispetti, idee e pareri sono stati accolti, messi in discussione, sviscerati, ricostruiti, arricchiti da un assemblea partecipe e efficacemente coordinata da Martina e Mattia (presidente e vice):
Come reagire? A Botte o a Parole? …a botte, se sei più piccolo del prepotente, non è una è una gran scelta perché le prendi… se sei da solo puoi avere paura..allora scappa!..Cerca di non trovarti da solo con il bullo …uno deve fare in modo di non rimanere solo, altrimenti ha sbagliato qualcosa……se reagisci e picchi diventi come lui..se non ti ribelli lui ( il prepotente) non ti rispetterà.. Lui non ti rispetterà perché non capisce..e si arrabbierà ancora di più.. Bisogna far finta di niente se ti provocano…Sono per la” via della pace” e usare le parole, per ricordare al bullo le sue debolezze ..Bisogna subito difendere le vittime!.. Difendere uno piccolo da un “ grande” della mia età con forza e determinazione…fare una barriera di difesa e allontanare i prepotenti..chiedere aiuto al gruppo, a un adulto: tutti devono fare qualcosa …intervenire senza violenza.. e si potrebbe continuare

Una lettura immediata evidenzia come ci sia una sorta di reazione “di genere”. Le ragazze protendono più per il dialogo, l’uso della parola anche come difesa e un’idea più sistemica di intervento: occorre creare condizioni “ virtuose “ che lasciano alla resistenza violenta uno spazio residuo e solo se le condizioni lo permettono; i ragazzi tendono ad essere più istintivi, oppositivi e portati ad una dimensione quasi di competizione dove uno deve vincere e l’altro perdere .

In tutto questo gli adulti (insegnanti, genitori, allenatori … ) a cui potere o dover ricorrere, spesso sono percepiti come poco presenti o poco efficaci, proprio perché i fatti accadono lontano dai loro occhi, faticando così a leggere l’accaduto e ad intervenire in modo adeguato.

Al termine della seduta, ci si è impegnati a raccogliere tutto il materiale emerso, selezionando frasi e parole significative da poter trascrivere sul Manifesto che verrà presentato nell’ultima Consulta prevista il 22 maggio.