20 Agosto 2024

Analisi delle elezioni europee e sintesi dell’attività di O.P.E.RA (Osservatorio Post Elezioni Ravenna)

Il Centro Europe Direct della Romagna propone un percorso di avvicinamento alla dimensione democratica dell’Unione Europea che culminerà in una simulazione della procedura legislativa del Parlamento Europeo

Le elezioni europee si sono svolte dal 6 al 9 Giugno 2024 in tutti i paesi membri dell’Unione Europea, chiamando al voto circa 450 milioni di cittadini al fine di eleggere i loro 720 nuovi rappresentanti nel Parlamento europeo, unica assemblea transnazionale al mondo eletta direttamente.

Una volta eletti, gli europarlamentari, sulla base di ideali comuni, confluiscono in gruppi politici. Attualmente i gruppi sono sette: Gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani), Gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo, Renew Europe Group,Gruppo dei Verdi/Alleanza libera europea, Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei, Gruppo Identità e Democrazia e Gruppo della Sinistra al Parlamento europeo-GUE/NGL.

Il Parlamento ha il compito di approvare il bilancio dell’UE, di eleggere il Presidente della Commissione Europea, di nominare i Commissari e di garantire che le istituzioni agiscano nell’interesse dei cittadini dell’UE.

Durante la prima sessione plenaria, nella quale si incontrano tutti i deputati, il nuovo Parlamento elegge la propria presidenza. Nella sessione successiva, il Parlamento elegge la presidenza della Commissione europea e, in seguito, esamina il collegio dei commissari votando per l’approvazione nel suo complesso.

All’insegna dell’importanza continentale delle elezioni europee nasce, nell’ambito del centro Europe Direct Romagna, il progetto O.P.E.RA (Osservatorio Post Elezioni Ravenna), un’attività avente lo scopo di seguire ed analizzare gli sviluppi delle recenti elezioni, con l’obiettivo ultimo di promuovere una partecipazione consapevole e attiva da parte della cittadinanza, soprattutto fra i giovani.

L’Osservatorio si è articolato attraverso tre incontri, un primo antecedente alle elezioni dedicato al commento critico delle posizioni degli Spitzenkandidaten, i principali candidati alla Presidenza della Commissione, un secondo subito dopo le elezioni che intendeva formulare un’analisi a caldo degli esiti rispetto alle possibili alleanze politiche, discutendo allo stesso tempo le tendenze elettorali e in particolare il fenomeno dell’astensionismo; il terzo ed ultimo appuntamento ha avuto la forma di una Tavola Rotonda informata dal contributo di esperti giornalisti ed accademici.

Le elezioni europee dell’8 e il 9 giugno hanno registrato un esito favorevole ai gruppi politici europei di destra. In Francia e Germania, rispettivamente il Rassemblement National (RN) e Alternative Fur Deutschland (AFD) hanno aumentato significativamente i loro voti. Nella nuova legislatura 2024-2029 il Partito Socialista europeo (PSE) ha diminuito leggermente i suoi seggi mentre Renew Europe, formazione centrista e i Verdi hanno visto un forte calo.
Come cambia di conseguenza la maggioranza nel Parlamento europeo?
In realtà, il Partito Popolare europeo (PPE) è ancora il gruppo politico con più seggi nell’europarlamento avendoli anche aumentati rispetto alla legislatura precedente. Il PPE si conferma il perno di qualsiasi maggioranza politica in parlamento. Questo equilibrio di potere è ancora possibile perchè non c’è compattezza tra i partiti europei di destra che sono invece divisi fra più gruppi come Conservatori e riformisti (C&R) e Identità e democrazia (ID). Questa divisione ha impedito la formazione di unico gruppo politico euroscettico.

La possibile maggioranza più probabile ad oggi è quella tra popolari, socialisti e liberali, la storica maggioranza politica nel PE. Nelle ultime settimane, i capi di governo degli stati dell’Unione Europea insieme ai leader dei gruppi politici europei si sono ritrovati per discutere e raggiungere gradualmente un accordo sui “top jobs” dell’UE.

Dalle ultime notizie:

Ursula Von Der Leyen, Spitzenkandidaten del PPE, è la candidata principale per la riconferma alla Presidenza della Commissione Europea;
Antonio Costa, ex primo ministro socialista portoghese potrebbe essere messo alla guida del Consiglio europeo;
Kaja Kallas, attuale primo ministro estone liberale,è il nome che è venuto fuori per il ruolo di Alto rappresentante Ue.
Una volta trovato l’accordo a livello di Consiglio europeo, il/la nominato/a Presidente della Commissione europea, per essere confermato/a ufficialmente deve cercare la maggioranza assoluta di voti nell’Europarlamento.

Il 23 maggio a Palazzo Rasponi i volontari Europe Direct, nell’ambito delle attività di O.P.E.RA., hanno assistito al dibattito tra i candidati principali Spitzenkandidaten dove hanno potuto ascoltare e commentare in maniera critica le posizioni politiche dei leader dei principali gruppi politici europei. Un dibattito che è stato ascoltato da milioni di elettori europei, dai paesi Baltici a quelli mediterranei. Nel confronto tra i candidati sono stati trattati i temi decisivi della governance europea: economia, guerra russo-ucraina, transizione ecologica, sviluppo tecnologico, migrazioni, relazioni internazionali. Proprio alcuni di questi temi saranno saranno ulteriormente approfonditi in una serie di tre episodi podcast incentrati sull’Unione Europea e realizzati dall’Informagiovani Ravenna: il primo tratterà della politica estera dell’UE con riferimento alla sua postura rispetto al tema della guerra e, di contro, rispetto a quello della pace; il secondo del fenomeno dell’ astensionismo, protagonista in queste elezioni; il terzo della tematica ambientale, facendo particolare riferimento al Green Deal e se si possa ricondurre l’astensionismo giovanile ad un abbandono della tematica della lotta ambientale all’interno del dibattito elettorale.

Un tema importante di queste elezioni europee è stato l’astensionismo. Il tasso di affluenza è stato del 49,22%, il più basso nella storia delle elezioni europee. Questo trend preoccupante è stato affrontato in maniera dettagliata nel corso del secondo incontro di O.P.E.RA con la dottoressa Sara De Ponte, la quale ha fornito un quadro globale del fenomeno che ci consegna un’immagine assai critica della popolarità delle istituzioni europee fra i suoi cittadini. Il tema è stato ripreso nella Tavola Rotonda organizzata il 25 giugno alla biblioteca Oriani in cui autorevoli commentatori hanno analizzato questo aspetto.
Per la corrispondente a Bruxelles di Huffington Post Angela Mauro: “L’astensionismo va collegato anche allo sgonfiamento del tema del Green deal”. Una tematica che aveva coinvolto tantissimi giovani per poi essersi ridimensionata durante la IX legislatura. Le istituzioni europee avevano inizialmente preso l’impegno ad avere come priorità la tutela dell’ambiente e la transizione ecologica, ma la Commissione Von Der Leyen non è riuscita a rispettare tutti gli obiettivi previsti ad inizio mandato. Molti giovani, tra cui quelli che hanno animato il movimento Fridays for future, sono stati delusi dai continui compromessi con le forze economiche fatte dalle istituzioni europee”. Anche il Professor Pasquinucci, Università di Siena, si è soffermato sul problema dell’astensione: “Le elezioni europee storicamente sono meno sentite delle politiche, quindi è naturale avere una flessione. Il quadro preoccupante però è rappresentato dal trend di un tasso di partecipazione sempre più basso e dall’avanzamento elettorale di forze euroscettiche. Il Parlamento europeo è un’istituzione basata sulla legittimazione, anche se andasse a votare il 10% dell’elettorato può legalmente funzionare ma sarebbe privato di legittimità dai cittadini e dalle cittadine europei”.
Un altro tema sentito della campagna elettorale delle elezioni europee discusso durante la tavola rotonda di O.P.E.RA. è stata la disinformazione. Sia Beda Romano, corrispondente del Sole24ore a Bruxelles sia David Carretta, corrispondente a Bruxelles del Foglio, hanno condiviso la preoccupazione per la possibilità che potenze estere abbiano potuto usare metodi per confondere o destabilizzare l’opinione pubblica europea. Con Romano si è discusso anche della politica estera dell’Unione Europea, per il corrispondente da Bruxelles: “La posizione internazionale dell’Unione Europea sarà decisa anche in reazione alle prossime elezioni presidenziali americane del novembre 2024. Un eventuale elezione di Donald Trump potrebbe portare ad un raffreddamento tra le due sponde dell’Atlantico mentre continuerà una politica di serrato confronto con la Russia”. Per quanto riguarda la Cina, “per qualsiasi nuova Commissione europea sarà difficile ridurre o spezzare il legame economico tra Cina e UE”.

Un altro tema decisivo di queste elezioni è stata l’erosione dell’asse franco-tedesco. Data l’importanza rivestita dal binomio Francia-Germania nel corso della storia dell’integrazione europea e data la crescita delle forze euroscettiche in entrambi i paesi (AfD, RN) a scapito di leadership sicuramente più europeiste, si è guardato al voto in questi due paesi con particolare attenzione. Con il Professor Marchi (Unibo), si è discusso del fatto che questo voto europeo può essere considerato un turning point nazionale per la Francia, il professore afferma a tal proposito che “Marcon nel suo secondo discorso alla Sorbona aveva delineato una più forte integrazione europea descrivendo un’autonomia strategica per arrivare ad una sovranità europea. Il successo delle forze nazionaliste in Francia e negli altri paesi europei, spinto anche dal voto dei giovani, ha dunque rallentato il disegno di Macron e ha portato la riflessione sul futuro dell’Europa ad una scelta tra due visioni: quella confederale, avendo come riferimento l’architettura istituzionale della Comunità economica europea (CEE), promossa dai partiti politici nazionalisti e quella di un’Europa più integrata e sovrana disegnata da Macron e dai partiti europeisti”. Gli esiti del voto europeo in Francia hanno avuto come conseguenza la decisione di Macron di sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni: l’esito di questa manovra è stato un contenimento del Rassemblement National fermato dall’alleanza al secondo turno tra il Nuovo Fronte Popolare e i centristi di Macron, ma comunque la situazione in Francia rimane incerta poiché l’impressione è che trovare accordi e formare alleanze durature per costituire la maggioranza all’interno del parlamento francese non sarà facile.


L’osservatorio post elezioni Ravenna O.P.E.RA. ha avuto come obiettivo quello di cercare di avvicinare la cittadinanza, soprattutto quella più giovane, alle istituzioni europee, tentando di metterne in luce l’ importanza rispetto a temi globali e quotidiani, i meccanismi e il funzionamento. L’idea alla base di questa attività è stata la convinzione che cercare di comprendere l’Unione Europea ci rende cittadini più consapevoli, più attivi e determinanti.