Legge sul ripristino della natura
Il 22 giugno, la Commissione europea ha presentato una proposta di regolamento al Parlamento europeo e al Consiglio dell’UE sul ripristino della natura (Nature Restoration Law) con annessa valutazione d’impatto.
La bozza prevede che l’UE debba attuare misure di ripristino per almeno il 20% delle sue aree terrestri e marine entro il 2030. Tuttavia, il destino del regolamento era incerto. In precedenza, i membri della Commissione per l’ambiente, la salute pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento europeo (Commissione ENVI) non erano riusciti a raggiungere un accordo sulla proposta legislativa, decidendo di presentare una mozione per respingere la bozza di regolamento. La proposta di respingimento però non ha ottenuto la maggioranza richiesta, in quanto ha ottenuto 312 voti a favore, 324 contrari e 12 astensioni. Gli eurodeputati hanno quindi deciso di procedere con l’approvazione del regolamento e, dopo un dibattito il 12 luglio, il Parlamento europeo ha adottato una posizione negoziale sulla questione con 336 voti a favore, 300 contrari e 13 astensioni.
L’obiettivo principale della proposta di regolamento è quello di contribuire al ripristino continuo, a lungo termine e sostenibile della biodiversità e della resilienza della natura nelle aree terrestri e marine dell’UE attraverso il ripristino degli ecosistemi, nonché di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici dell’UE e all’adempimento degli impegni internazionali dell’Unione. Gli Stati membri dovranno preparare e attuare i Piani nazionali di ripristino.
Gli obiettivi proposti comprendono:
- un’inversione del declino degli impollinatori entro il 2030 e un aumento delle popolazioni di impollinatori a partire da quell’anno;
- zero perdita netta di spazi verdi urbani entro il 2030, un aumento del 5% entro il 2050, una densità di alberi di almeno il 10% in ogni città, paese e sobborgo europeo e un aumento netto degli spazi verdi integrati con edifici e infrastrutture;
- negli ecosistemi agricoli, un aumento complessivo della biodiversità e una tendenza positiva delle popolazioni di farfalle delle praterie, degli uccelli delle campagne, degli stock di carbonio organico nei suoli minerali dei terreni agricoli e degli elementi paesaggistici ad alta diversità sui terreni agricoli;
- ripristino e riumidificazione delle torbiere drenate utilizzate per l’agricoltura e dei siti di estrazione della torba;
- negli ecosistemi forestali, un aumento complessivo della biodiversità e una tendenza positiva della connettività forestale, del legno morto, delle foreste disetanee, dell’avifauna forestale e degli stock di carbonio organico;
- ripristino degli ambienti marini, come le praterie di fanerogame o i sedimenti, e recupero delle specie marine più note, come delfini e focene, squali e uccelli marini;
- rimozione delle barriere fluviali, in modo da trasformare almeno 25.000 km di fiumi in fiumi liberi entro il 2030.
Il Parlamento Europeo, però, ha leggermente modificato i suddetti obiettivi, in particolare quelli relativi all’articolo che prevede il ripristino della natura sui terreni agricoli, tra cui le torbiere, rinunciando a un elemento importante per aumentare la capacità dell’Europa di sequestrare il carbonio.
Entro 12 mesi dall’entrata in vigore di questo regolamento, la Commissione dovrà valutare eventuali discrepanze tra le esigenze finanziarie del ripristino della natura e i fondi disponibili nell’Unione Europea. Il Parlamento è ora pronto ad avviare i negoziati con il Consiglio per giungere a una legislazione definitiva in materia.
Riferimenti
Per maggiori dettagli sul ripristino della natura, vi invitiamo anche a guardare i webinar organizzati da Europe Direct della Romagna sulla tutela dell’ambiente: