Come sta l’Unione Europea?
Il Discorso sullo Stato dell’Unione europea è il modo migliore per capirlo
In Europa settembre è sinonimo di «Discorso sullo Stato dell’Unione Europea». Ogni anno, infatti, alla fine dell’estate la Presidente della Commissione europea tiene un discorso dinanzi al Parlamento europeo in cui illustra lo stato dell’Unione, evidenziando gli obiettivi raggiunti e gli ostacoli superati nell’anno passato e le sfide da affrontare nel futuro. Anche quest’anno non ha fatto eccezione: mercoledì 15 settembre infatti Ursual von der Leyen, attuale Presidente della Commissione, ha tenuto il Discorso sullo Stato dell’Unione di fronte a un Parlamento gremito di eurodeputate ed eurodeputati. Ma quali sono stati i punti toccati?
Von der Leyen ha innanzitutto sottolineato come, scegliendo di agire insieme, l’Europa abbia garantito una risposta alla pandemia da COVID-19 e alle sue ripercussioni a livello economico e sociale. La risposta europea, via via fattasi più unita e forte, ha così permesso di accedere ai vaccini a tutti i cittadini e le cittadine europee. Più del 70% della popolazione europea adulta ha completato la vaccinazione. Sapendo però che le vaccinazioni saranno veramente efficaci solo se equamente distribuite nel mondo, l’Unione Europea si è impegnata non solo a distribuire sul suo territorio 700 milioni di dosi, ma anche a condividerne altrettante con più di 130 paesi.
Contemporaneamente, l’Unione ha saputo riconoscere la portata globale della crisi economica innescata dalla pandemia e ha quindi deciso di agire, appunto, come Unione, mettendo in campo lo strumento straordinario di ripresa che è il NextGenerationEU. Grazie ad esso, infatti, si potranno contenere gli effetti della crisi in modo rapido – si prevede che entro la fine dell’anno il PIL di almeno 19 Stati membri tornerà ai livelli pre-pandemia. Ma non solo: l’entità del NextGenerationEU permette anche di investire sulla prosperità dell’Unione a lungo termine, affrontando problemi strutturali dell’economia europea e investendo nella digitalizzazione.
Queste misure sono però solo l’inizio della strategia che l’Unione sta mettendo in atto per rispondere alle sfide poste dalla pandemia. Il sistema europeo di controllo e prevenzione delle emergenze sanitarie si arricchisce di un organo fondamentale, l’Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA). L’HERA si occuperà infatti di prevenire, individuare e rispondere rapidamente alle eventuali minacce e crisi sanitarie che potrebbero emergere in futuro, oltre a garantire lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di medicinali, vaccini e altre contromisure mediche. Questo nuovo organo è nato proprio per rispondere alle criticità che sono emerse nella prima fase di gestione dell’attuale situazione sanitaria. L’HERA costituirà dunque un pilastro fondamentale dell’Unione europea della salute, che la Presidente aveva annunciato nel Discorso sullo Stato dell’Unione dello scorso anno.
Ma gli obiettivi raggiunti nello scorso anno non sono relativi soltanto alla pandemia. Von der Leyen ha infatti parlato anche della crisi climatica, lodando ancora una volta lo sforzo congiunto dei 27 stati membri e delle istituzioni europee, che insieme hanno dato vita al Green Deal Europeo. La Presidente ha ricordato che l’Unione europea si è posta l’obiettivo di tagliare le emissioni del 55% entro il 2030 e, per assicurarsi di raggiungerlo, lo ha trasformato in obbligo giuridico. Visto che imporre un prezzo all’inquinamento può avere ripercussioni disuguali sulla popolazione, la transizione verde sarà accompagnata dal Fondo Sociale per il Clima, che preverrà il rischio di povertà energetica in Europa. Lo sforzo europeo, però, da solo non sarà sufficiente a contrastare gli effetti peggiori del cambiamento climatico, ha precisato Ursula von der Leyen, invitando le altre principali potenze economiche ed energetiche a fare la loro parte per scongiurare una sempre più grave crisi ambientale.
La conclusione del Discorso ha visto anche un’ospite d’onore che in Italia conosciamo bene: la Presidente von der Leyen ha chiamato al suo fianco Beatrice Vio, affermando che la giovane campionessa paralimpica è l’emblema della sua generazione, sempre «fedele alla sua convinzione secondo cui, se sembra impossibile, allora si può fare. Questo – ha concluso von der Leyen – Questo è lo spirito dei fondatori dell’Europa e questo è lo spirito della prossima generazione dell’Europa.».
Il discorso ha toccato anche altri punti, qui non riportati per motivi di spazio. Clicca il link qui sotto per saperne di più: