“Paradiso
Smarrisco il senso del tempo, del dove, del perché
dietro queste onde che mi ridanno dolore, incertezza, terrore.
Ci avevano promesso un paradiso a portata di mano
che ho perduto insieme al piccino figlio del mio cuore.
Null’altro che una vita anche lui cercava,
la canticchiava quando negli angoli del nostro nulla giocava:
lui come me nato al di qua della linea ignota del benessere.
Solo due lune aveva conosciuto l’anima dei miei giorni
che ora dorme come piuma senza nome su un fondale senza fiori.
So il mare, la fame che stordisce i pensieri,
la vita che cresce, finisce; non sapevo la morte bambina.
Scosto il sudario della disperazione,
mi aggrappo alle rare nubi del forse;
provo a navigare senza il tuo respiro
verso l’approdo paradisiaco che ho pagato
e che non riesco più a immaginare.
Spennella l’alba le sue prime luci,
non ascolterò mai più le tue voci.
Accogli Paradiso quegli occhi fragili,
che avevano sperato.