“Eurospar”
Un ragazzo di colore alla porta d’ingresso, una giacca
sahariana, jeans, un sorriso a fatica negli occhi
tristi ammarati su questa cattedrale occidentale
da chissà quale distante dolore.
Garbato, buongiorno, benvenuto, sì il carrello
lo può lasciare qui, la toilette è a destra dell’ultima
cassa, indica, aiuta, a disposizione del consumatore,
sorveglia l’entrata, la sicurezza affidata a un nero,
strano davvero.
E lui là tutta la giornata, fermo, diritto, gli chiedo
se vuole fumare, lui cortese declina, gli vorrei
parlare, sorride, non dice niente nemmeno
il nome, l’ordine è non disturbare il cliente,
stare lì
sorvegliare
sorridere
aprire la porta.
E non dire niente.