La cooperazione decentrata rappresenta un approccio affermatosi negli anni 90 e formalizzato da alcuni assunti teorici e normativi.
Il Ministero degli Affari Esteri la definisce una “azione di cooperazione allo sviluppo svolta dalle Autonomie locali italiane, singolarmente o in consorzio fra loro, anche con il concorso delle espressioni della società civile organizzata del territorio di relativa competenza amministrativa, attuata in rapporto di partenariato prioritariamente con omologhe istituzioni dei Paesi in Via di Sviluppo, favorendo la partecipazione attiva delle diverse componenti rappresentative della società civile dei Paesi partner nel processo decisionale finalizzato allo sviluppo sostenibile del loro territorio”. La forza della cooperazione decentrata è “fare sistema”: essa promuove e riconosce le eccellenze del territorio, esprime la società civile organizzata e impegnata e, allo stesso tempo, allarga il bacino di cittadini sensibilizzati e attivi.
A livello nazionale, la cooperazione allo sviluppo è normata dalla legge 11 agosto 2014, n. 125, che ha aggiornato la precedente legge 26 febbraio 1987, n. 49. La Regione Emilia Romagna si è dotata di una propria legge – legge regionale 24 giugno 2002, n. 12 “Interventi regionali per la cooperazione con i Paesi in Via di Sviluppo e i Paesi in Via di Transizione, la solidarietà internazionale e la promozione di una cultura di pace”. Sulla base di questa, l’Assemblea legislativa approva, su proposta della Giunta, un documento di indirizzo programmatico triennale per l’attuazione della legge. Ogni anno, la Giunta pubblica un invito a presentare proposte progettuali, suddivise per Aree – Paese, al fine di co-finanziare iniziative di cooperazione allo sviluppo. I progetti realizzati dal Comune di Ravenna sono realizzati grazie a questa linea di finanziamento.