Sebastião Salgado è un fotografo brasiliano nato nel 1944 a Minas Gerais, Brasile. Ha iniziato la sua carriera a Parigi nel 1973, lavorando come fotografo professionista con agenzie fotografiche fino al 1994, quando insieme a Lélia Wanick Salgado ha fondato Amazonas images, un’agenzia dedicata esclusivamente ai suoi lavori. Oggi questa agenzia è stata sostituita dallo Studio Sebastião Salgado.
Nel 1993 Sebastião Salgado inizia il suo viaggio fotografico, fisico ed esistenziale nella galassia delle migrazioni. In sei anni il reporter brasiliano ha percorso quattro continenti con opere che catturano partenze e approdi, campi profughi dove milioni di persone vivono un destino incerto. Da allora la mappa del mondo appare cambiata, ma l’esodo di intere popolazioni è quanto mai attuale e le condizioni di profughi o migranti rappresentano uno scenario che assume dimensioni sempre più globali.
Le fotografie di Salgado giungono dal 22 marzo al 2 giugno 2024 al MAR Museo d’Arte della città di Ravenna in una grande mostra organizzata dal Comune di Ravenna.
Attraverso 180 fotografie la mostra Exodus – Umanità in cammino, a cura di Lélia Wanick, si compone di varie sezioni a carattere geo-politico.
La prima sezione, intitolata Migranti e profughi: l’istinto di sopravvivenza, tratta in particolar modo le motivazioni che tristemente accomunano i profughi: la povertà e la violenza, il sogno di una vita migliore, la speranza.
La seconda sezione, La tragedia africana: un continente alla deriva, si concentra sul trauma della sofferenza e disperazione di popoli profondamente segnati dalla povertà, dalla fame, dalla corruzione, dal dispotismo e dalla guerra nonostante l’Africa sia un continente con una storia importante per l’umanità, in grande fermento, ricco di energie e vitalità, oltre che di materie prime e ricchezze naturali.
La terza sezione, L’America latina: esodo rurale, disordine urbano, racconta una parte del mondo segnata dalla migrazione di decine di milioni di contadini, spinti dalla povertà, verso le aree urbane come Città del Messico e San Paolo, circondate da baraccopoli, dove persino la vita privilegiata è assediata dalla violenza.
La sezione Asia: il nuovo volto urbano del mondo si concentra sull’esodo di massa dalla povertà rurale alla creazione di megalopoli in cui i migranti vivono in condizioni precarie, pur credendo di aver fatto un passo verso una vita migliore.
Chiude la mostra una sala dedicata ai ritratti di bambini, rappresentativi di altre decine di milioni che si possono incontrare nelle baraccopoli, nei campi profughi e negli insediamenti rurali di America Latina, Africa, Asia ed Europa. La particolarità di questi ritratti risiede nel fatto che hanno scelto di essere fotografati, scegliendo loro la posa da assumere davanti alla macchina fotografica del grande fotoreporter, compiendo così un fiero atto di autodeterminazione di quelle che sono le vittime principali dei fenomeni migratori, senza alcun controllo sul proprio destino.
Riconoscimenti internazionali
Sebastião Salgado è Godwill Ambassador dell’UNICEF e, tra le altre onorificenze, è stato nominato membro onorario della US Academy of Arts and Sciences. Ha ricevuto numerosi premi fotografici e prestigiose onorificenze, come il Grand Prix National (Ministero della Cultura, Francia), il Premio Príncipe de Asturias per le Arti (Spagna), la Medaglia della Presidenza della Repubblica Italiana (Centro Internazionale di Ricerca Pio Manzù, Italia). È stato nominato Comendador da Ordem do Rio Branco, Brasile, e Commandeur de l’Ordre des Arts et des Lettres in Francia (Ministero della Cultura). Nel 2016 Salgado è stato eletto membro dell’Académie des Beaux-Arts dell’Institut de France e, nello stesso anno, la Francia lo ha nominato Chevalier de la Légion d’Honneur. Nel 2018 è stato nominato Chevalier de l’Ordre du Mérite Culturel dal Principato di Monaco. Nel 2019 è stato eletto Foreign Honorary Member dell’American Academy of Arts and Letters (New York, USA) e ha ricevuto l’International Peace Prize of the German Publishers‘ Association (Germania). Nel 2021 ha ricevuto il titolo di Honorary Doctor of Arts dell’Università di Harvard (Cambridge, USA) ed è stato insignito del Praemium Imperiale Award della Japan Art Association, considerato il “Nobel delle arti”.