Premesso che:
Numerosi cittadini sono rimasti allibiti per lo striscione collocato sul balcone dell’immobile che il Comune di Ravenna ha consegnato alla cosiddetta “Casa delle Donne”, collocata in via Maggiore che recita “Con la Capitana Carola”;
Ricordato che:
Detto striscione nulla ha a che fare con la mera difesa e promozione del ruolo della donna, ma si pone in un ambito del tutto politico-generico, peraltro mettendo un’associazione che ha rapporti col Comune a difesa di una potenziale delinquente, violatrice di leggi dello stato italiano;
Sottolineato che:
Nella stessa circostanza temporale degli eventi relativi alla cosiddetta “capitana” veniva scoperto nel territorio di Reggio Emilia un sistema sconvolgente in base al quale bambini, italianissimi, venivano sottratti ai loro legittimi genitori (padri e madri!) con modalità psichicamente devastanti ai fini di consegnarli a nuove famiglie adottive;
Rilevato che:
“Casualmente” la battaglia a favore della cosiddetta “capitana”, in funzione interna, si configura come utile alla causa del partito che governa la città contro un partito nazionale di centrodestra mentre sempre “casualmente” poichè alcuni esponenti del “sistema Reggio Emilia” sono appartenenti o contigui al PD la battaglia contro quanto accaduto a Reggio Emilia appare mediaticamente imbarazzante per lo stesso partito che governa la città;
Si interroga la S.V. per sapere:
- Se sia in possesso della delibera con la quale il consiglio della cosiddetta “Casa delle donne” ha deliberato di collocare lo striscione in argomento e se tale decisione sia stata assunta a maggioranza o all’unanimità;
- Se esista dunque almeno un’associazione interna alla cosiddetta “casa delle donne” che si sia detta contraria alla trasformazione dell’immobile di via Maggiore in una vera e propria sede di partito;
- Se non ritenga la collocazione di detto striscione inopportuna e in contrasto con la convenzione con la quale il Comune di Ravenna ha consegnato alla cosiddetta “Casa delle Donne” l’immobile in questione