Premesso che:
L’ineffabile “casa delle donne” è una marchetta politica pagata dalle giunte di sinistra che si sono succedute in questa città ad una serie di associazioni al fine di ottenerne il consenso;
Ricordato che:
Una serie di associazioni femministe, la stragrande parte delle quali orientate politicamente a sinistra si sono riunite all’interno di un’associazione di associazioni che si chiama “Casa delle Donne” e che occupa, a spese della collettività, un immobile di proprietà comunale sito in via Maggiore che potrebbe essere utilizzato per ben altri fini;
Sottolineato che:
In data 16 Ottobre un comunicato a firma “Casa delle Donne” ha attaccato l’amministrazione comunale per aver patrocinato una rievocazione storica che ha coinvolto la città nel weekend precedente e che ha in verità ottenuto un grande successo adombrando la sussistenza di un non meglio specificato sessismo insito nella stessa;
Rilevato che:
La percezione dell’interrogante è che questa associazione detesti qualunque cosa sia maschile e nel proprio intimo sogni l’evirazione di qualunque maschio esistente in questa città e probabilmente sulla faccia della terra;
Tenuto conto che:
E’ inaccettabile che chi vive a sbafo e a spese della collettività per il tramite dell’amministrazione comunale anziché ringraziare per gli evidenti privilegi e le evidenti corsie preferenziali ottenute negli anni rispetto ad altri si permetta di sindacare le scelte di chi ne consente l’esistenza e ne ha alimentato negli anni la sopravvivenza;
Evidenziato che:
Il Sindaco si era addirittura esposto nei mesi scorsi su un ipotetico nuovo edificio per queste “signore” che evidentemente non lo meritano anche perché ad avviso dell’interrogante mettono a rischio la sopravvivenza del genere maschile, detestandolo e denigrandolo pubblicamente appena possibile e dunque è potenzialmente messa a rischio l’incolumità di almeno mezza città;
Si interroga la S.V. per sapere:
- Se non sia il caso di sospendere ogni rapporto con la Casa delle Donne di Ravenna;
- Se non sia il caso di sfrattare la Casa delle Donne dall’immobile di via Maggiore, sostituendola, a mero titolo di esempio, con una nuova sede o eventualmente una succursale del Canile municipale.