IL CONSIGLIO COMUNALE DI RAVENNA
PREMESSO CHE
il titolo di “cavaliere di gran croce al merito della Repubblica Italiana” rappresenta l’onorificenza più alta prevista dall’ordinamento italiano;
RICORDATO CHE
l’ordine “al merito della Repubblica Italiana”, secondo gli scopi indicati dalla Legge n. 178 del 3 marzo 1951, è destinato a ricompensare benemerenze acquistate verso la Nazione nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell’economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte ai fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari;
VISTO CHE
in data 2 ottobre 1969, con decreto del Presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Aldo Moro, sentita la Giunta dell’Ordine, venne conferito il titolo di “cavaliere di gran croce al merito della Repubblica Italiana” al maresciallo Josip Broz, detto Tito, dittatore della Repubblica Popolare Jugoslava;
RITENUTA
insostenibile la permanenza di Josip Broz, detto Tito, tra le figure meritevoli di onorificenza della Repubblica Italiana, in quanto mandante principale delle deportazioni perpetrate delle truppe jugoslave durante l’occupazione di Gorizia e di Trieste, dell’eccidio delle Foibe e dell’esodo degli italiani dalla Venezia Giulia, dall’Istria e dalla Dalmazia, nonché dell’intera stagione di pulizia etnica effettuata, al termine della Seconda Guerra Mondiale, lungo il confine orientale italiano;
CONSIDERATO CHE
l’onorificenza, concessa dal Presidente della Repubblica Saragat nel 1969, in piena guerra fredda, motivata dalla sola ragion di stato, stesso motivo che ha imposto il cinquantennale silenzio sulla tragedia delle Foibe, nonostante non possa esistere ragion di stato che possa giustificare simili orrori;
CONSIDERATO CHE
sia necessario modificare la Legge n. 178 del 3 marzo 1951, ovvero il dispositivo che consente di revocare le onorificenze concesse dalla Repubblica Italiana soltanto a persone in vita, con l’intento di poter revocare il titolo di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana anche a persone defunte, qualora queste fossero responsabili di crimini contro l’umanità, come, nella fattispecie, il maresciallo
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA COMUNALE
ad adoperarsi, in tutte le sedi opportune, ovvero presso il Governo e Parlamento italiani, per sostenere l’approvazione di una proposta di modifica della Legge n. 178 del 3 marzo 1951, al fine di permettere la revoca delle onorificenze concesse dalla Repubblica Italiana anche a persone defunte, qualora queste siano riconosciute responsabili di crimini contro l’umanità e, successivamente, a procedere alla revoca dell’onorificenza concessa al maresciallo Tito.