Recentemente il direttore U.O. Home Care e Tecnologie Domiciliari, Ing. Maurizio Patone, ha inviato le modalità per il rinnovo del piano terapeutico al fine di ottenere gli ausili indispensabili per la vita quotidiana di tante persone.
Il piano terapeutico ha validità annuale e a norma di legge la prescrizione del rinnovo deve essere fatta da un medico specialistico. Nel caso specifico della somministrazione di cateteri esterni, guaine, urocontrol, sacche raccolta urina da un urologo e non dal medico di base come avvenuto l’anno scorso.
Si precisa che il piano terapeutico viene stabilito e concordato a seguito di una visita specialistica, spesso con l’ausilio di particolari macchinari diagnostici. Ad esempio per stabilire di quanti cateteri necessiti una persona ci si sottopone ad una particolare visita strumentale la quale è in grado di rilevare la capacità contenitiva della vescica e a quali tensioni/spasmi è soggetta a mano a mano che si riempie.
Nel corso degli anni è probabile che si renda necessario modificare il piano terapeutico a seguito di un peggioramento della ‘situazione clinica’, è più unico che raro che avvenga il contrario.
Di conseguenza il semplice rinnovo del piano terapeutico è un atto puramente amministrativo che non prevede nessun tipo di visita e che il medico si limita a stampare e firmare. Diverso sarebbe il caso in cui si chieda di cambiarlo.
Le nuove modalità, pertanto, prevedono che la persona in questione deve recarsi dal proprio medico di base per farsi prescrivere la visita urologica; recarsi presso un punto CUP per prenotare la visita; effettuare la visita a tempo e luogo disponibile; recarsi presso l’Ufficio Territoriale Home Care per consegnare il piano terapeutico e finalmente ottenere il via libera per ritirare il materiale presso i punti convenzionati.
Solo il fatto che sia necessariamente essere un urologo (di struttura pubblica) ad approvare il rinnovo del piano terapeutico fa sì che si rendano necessari due/tre spostamenti in più. Uno per prenotare la visita, uno per effettuare la visita e il terzo per consegnare il piano terapeutico se lo sportello dell’Ufficio Home Care dovesse essere chiuso (molto probabile considerati gli orari risicati di apertura al pubblico) quando si fa la visita specialistica.
Tutto ciò non è ammissibile per i seguenti motivi:
– Le persone in questione sono disabili. Tutte, nessuna esclusa, con gravi problematiche e molte con problemi a spostarsi in maniera autonoma. Si è detto che le nuove procedure sono state studiate per facilitare queste persone, al contrario le si sta vessando senza giustificato motivo.
– la visita specialistica dall’urologo oltre che inutile, in quanto non può che confermare quanto rilevato dalla visita strumentale, nella migliore delle ipotesi è disponibile non prima di un mese e mezzo / due (di conseguenza già oltre la data entro la quale si ha necessità di ottenere la fornitura del materiale). Se malauguratamente il giorno della visita, per qualsiasi motivo non la si può effettuare, la si va a procrastinare di altri due mesi bene che vada.
– va da sé che far visitare un paziente ad un medico specialista per un semplice atto formale è del tutto antieconomico e si allungano le liste d’attesa per le visite importanti. Non c’è ragione perché non sia direttamente il medico di base a poter rinnovare il piano terapeutico e inviarlo direttamente all’Ufficio Territoriale Home Care.
Tutto ciò premesso, si chiede al Sindaco,
nelle sue funzioni di tutela della salute dei propri concittadini
di intervenire presso l’Ausl Romagna e il Ministero competente per snellire tali procedure e renderle più confacenti sia alle esigenze di tutte le persone coinvolte in questi iter snervanti che alla necessità di economizzare le risorse del sistema sanitario nazionale. Riducendo, infatti, le visite si risparmierebbero soldi pubblici e si ridurrebbero le liste d’attesa a beneficio di tutta la cittadinanza, nessuno escluso.