È notizia di questi giorni che le società sportive che fruiscono della piscina comunale si sono date delle linee guida per minimizzare i rischi di contagio da corona virus.
Per quanto questa iniziativa sia lodevole e assolutamente condivisibile, non deve mettere a sua volta a rischio la salute di tutta l’utenza né deve andare contro a quanto prevede il capitolato di gestione e la normativa nazionale.
Tra i vari protocolli adottati dalle società sportive e che hanno sollevato le più che giustificate proteste da parte dei genitori sono quella di non poter fare la doccia dopo l’allenamento e soprattutto asciugarsi i capelli.
Anche l’apertura delle finestre, avvenuta in più di un’occasione, per ordine di chi non è ben chiaro, ha sollevato diverse lamentele, in quanto gli ambienti si sono raffreddati velocemente e per via delle correnti di aria fredda.
Si sottolinea che da capitolato gli ambienti devono avere una temperatura non inferiore alle vasche che ricordiamo, per la vasca da 50m non deve essere inferiore ai 28 gradi e per quella da 25m non inferiore ai 29 gradi.
Troppo spesso si tende a dimenticare e in questo è soprattutto colpevole l’amministrazione comunale, che la piscina è al servizio di tutta la cittadinanza e spesso per le fasce più deboli rappresenta l’unica possibilità di fare attività motoria, fisioterapia e riabilitazione.
E assolutamente vero che i corridoi che dagli spogliatoi portano alle docce prima e alle vasche poi sono particolarmente angusti, ma i box doccia sono separati da pannelli e il tempo di percorrenza dei corridoi e quello di darsi una sciacquata è decisamente limitato. Basta che chi è in attesa di fare la doccia, anziché assembrarsi lungo i corridoi come è sempre avvenuto in passato, attenda il proprio turno nell’area che le società sportive si sono assegnate. La questione dell’asciugatura dei capelli è più delicata in quanto mentre le docce sono distanziate e separate (16 a disposizione delle femmine e 14 per i maschi), i soffioni ad aria calda sono poco più che una decina e ravvicinati. Però nulla vieta di asciugarsi i capelli indossando una mascherina, se reputato necessario.
Sembra che l’amministrazione comunale non si voglia prendere la responsabilità di mettere a disposizione delle prese elettriche nell’area delle tribune per permettere agli atleti (di tutte le età, bambini compresi) di poter utilizzare propri fon e quindi decongestionare l’utilizzo dei soffioni.
L’amministrazione comunale è la prima responsabile se il ricircolo dell’aria non è particolarmente efficiente e gli spazi sono stretti, d’altronde è fin dal 2011 che l’allora assessore Pericle Stoppa dichiarava che la piscina comunale sarebbe dovuta essere la priorità della nuova giunta… e invece non è neanche stata messa nel piano triennale dei lavori pubblici.
In considerazione che in questo delicato periodo a causa dell’emergenza Covid 19 ci sono protocolli sanitari rigidissimi che coinvolgono sia la scuola che gli ambienti di lavoro, è assolutamente avventato non permettere agli atleti di asciugarsi i capelli e non fare una doccia calda (al di la di sciacquarsi dal cloro) anche perché sono coinvolti sia i bambini che qualche over sessanta delle squadre master.
Tutto ciò premesso chiediamo al Sindaco che;
– intervenga al più presto per trovare una soluzione soddisfacente per tutti.
– se non l’ha già fatto che studi un protocollo di utilizzo della piscina perle fasce più deboli e gli atleti di primissimo livello in caso di lock down
– che valuti se è percorribile anticipare l’orario di apertura della piscina alle ore 06.00/06.30 come avviene ad esempio a Bologna e permettere ad alcune società sportive di allenarsi di prima mattina cosi da decongestionare la fascia oraria serale.