Ravenna in Comune desidera esprimere la propria solidarietà e il proprio sostegno allo sciopero della scuola in dad, promosso da Cobas, insieme a Priorità alla scuola e al Coordinamento nazionale precari della scuola del 26 marzo. Inoltre, Ravenna in comune, con i suoi aderenti, partecipa attivamente alle iniziative locali per ritornare il prima possibile alla scuola in presenza, senza mettere il cappello su nessuna iniziativa.
Il ritorno alla scuola in presenza e in sicurezza richiede una serie di interventi che non è possibile tacere. Noi come lista civica di sinistra vorremmo ribadire alcune delle priorità locali, che riguardano anche il futuro dell’istruzione e non solo la risoluzione dell’emergenza. Fin dalla prima ondata nella primavera scorsa abbiamo chiesto al nostro Sindaco di attivarsi per quanto di sua competenza o presso le autorità competenti affinchè si investisse sulla scuola pubblica per arrivare più pronti e preparati a quella che, all’epoca, era una possibile seconda ondata.
Riteniamo che sia urgente favorire la somministrazione di tamponi rapidi gratuiti all’interno delle scuole e non nelle farmacie, in modo da coprire realmente la popolazione scolastica mentre con il sistema attuale si rischia di escludere le fasce a maggiore povertà educativa e quindi più bisognose di interventi diretti. La politica vaccinale del personale della scuola, poi, dovrebbe essere organizzata in maniera ordinata e centralizzata senza demandare tutto il peso della campagna sui medici di base e senza accumulare ritardi inaccettabili rispetto ad altre regioni. La scuola è già un presidio sanitario, dove tutte e tutti possono imparare le misure di contenimento della pandemia, ma bisognerebbe rendere più efficiente e stabile il legame tra AUSL e scuole.
Gli enti locali dovevano aver già realizzato un piano più ambizioso di interventi per rendere la scuola più diffusa e presente nei foresi, oltre a favorire la presenza di aule e classi su tutto il territorio comunale. Si è parlato di scuole all’aperto, di recupero di edifici e spazi anche in biblioteche, musei, cinema e teatri nella primavera scorsa. Ora tutto è chiuso, quattro scuole nel forese sono a rischio chiusura e non si è visto nulla di tutto ciò.
La dad sta producendo enormi ritardi educativi, psicologici e di socializzazione. Si è trattato di un’indispensabile misura d’emergenza, ma è arrivato il momento di metterla in soffitta perché non è scuola ed è un danno. La dad sta producendo numero spaventosi riguardo alla dispersione scolastica effettiva di chi non frequenta la scuola di fatto anche alle elementari e alle medie. Le istituzioni devono intervenire subito, consapevoli che la soluzione non è rendere fruibili solo computer, smartphone e connessioni, ma mettendo in campo un ampio intervento educativo diretto.
L’amministrazione comunale e gli enti locali devono davvero intervenire e progettare in questo senso. Noi ci aspettiamo che venga fatto tutto il possibile perché la scuola riparta al più presto, perché diventi un posto migliore e perché la didattica a distanza diventi un brutto ricordo del passato.
Noi abbiamo un piano e presto lo condivideremo e discuteremo con la cittadinanza e ci auguriamo che diventi patrimonio di tutte e tutti e non solo l’iniziativa di una parte politica.