Premesso che
- è stata emanata una nuova ordinanza della Capitaneria di Porto di Ravenna (la numero 27 del 17 aprile 2019) in quanto, “visti i rilievi batimetrici forniti dall’Autorità di Sistema Portuale del mare Adriatico centro-settentrionale, con nota n.2424 del 02.04.2019, che evidenziano una riduzione del battente d’acqua nella canaletta dell’avamporto del porto di Ravenna, connesso a fenomeno diffuso di insabbiamento dei fondali” è stato “ritenuto necessario adottare misure precauzionali ai fini della sicurezza della navigazione e della salvaguardia della vita umana in mare”.
- Tale provvedimento, che enuncia: “I mercantili che possono entrare nel porto-canale non devono avere un pescaggio massimo a 10,50 metri, bensì a 10,20 m. con la presenza di venti centimetri d’acqua di marea favorevole. La Capitaneria ha annunciato che non ci saranno deroghe per i mercantili che pescano 10,25 o 10,30 come accadeva in passato”, risulta più che giustificato considerando il fatto che già un mercantile battente bandiera di Malta risulta “aver toccato il fondo”
Ricordato che
- Nel maggio 2017 il presidente Rossi, sei mesi dopo essere stato nominato, aveva dichiarato che la pubblicazione della gara per la progettazione esecutiva degli escavi e la loro realizzazione sembrava fissata “all’inizio del 2018”,
- Solo due mesi dopo, nel luglio 2017, era indicata “tra marzo e aprile 2018”
- Scavallato l’anno, nel febbraio 2018, il termine diventava “entro l’estate 2018”
- Arrivati ad ottobre 2018, però, la pubblicazione era fatta slittare “tra fine 2018 ed inizio 2019”
- Ora il timing per il bando sembra essere “prima dell’estate” 2019 (anno in cui inizialmente Rossi collocava l’inizio dei lavori!)
Considerato che
- I tempi indicati dall’Autorità Portuale per risolvere il problema dell’insabbiamento di questi giorni paiono non essere sono immediati visto che sembra che nessuna draga arriverà prima di un mese.
- Il porto di Ravenna è un bene pubblico troppo prezioso perché alla cittadinanza siano propinate approssimazioni e rinvii immotivati.
- Assieme al porto tanti altri comparti, dall’edilizio, all’off-shore, sono in sofferenza, a Ravenna come nel resto del Paese. Il settore portuale, però, a differenza degli altri, è in crisi solo a Ravenna. E solo da Ravenna può operarsi un suo rilancio.
È pertanto urgente e indifferibile sapere da parte del Sindaco:
- se sia possibile sapere, in via definitiva e senza ulteriori rinvii, come verrà risolta l’emergenza, in che tempi e quando verrà pubblicato il bando per l’affidamento delle attività di progettazione esecutiva e dei successivi dragaggi del porto
- Conseguentemente, in quale data avranno inizio i lavori di escavo all’interno del porto (non bastando quelli all’esterno delle dighe)?
- Infine, nel solo caso non fosse possibile dare una risposta certa alle due domande precedenti, quale sia la ragione che impedisce di averla. Più chiaramente: chi o che cosa porta la responsabilità di un porto perennemente in emergenza ed al contempo in perenne attesa di vedere avviati gli indispensabili lavori, sempre sul punto di iniziare e sempre invece rimandati?