Sembra paradossale che la Giunta comunale di un capoluogo di provincia, sul mare, secondo comune per estensione territoriale dopo Roma, progetti con i fondi del PNRR la piscina comunale senza prevedere una zona attrezzata per apneisti sportivi, subacquei professionisti o hobbisti.
Nell’ultima seduta di Consiglio è stata approvata la delibera per ampliare la piscina comunale, piscina che costerà alle tasche dei ravennati milioni di euro in canoni di gestione che saranno corrisposti al vincitore del bando nei prossimi anni, alle cifre spropositate di questo progetto si aggiunge la totale mancanza di attenzione verso l’alta richiesta di corsi sia professionali che sportivi di tutte le discipline marittime.
Addirittura Lugo, con una piscina già esistente, ha un angolo di profondità che raggiunge i quattro metri, sufficiente per ricevere vari corsi sportivi e professionali, mentre quella comunale di Ravenna arriverà al massimo fino a tre metri, ennesimo segnale di poca attenzione da un comune che col mare e con l’acqua ha sempre meno attinenza.
Sarebbe come al solito bastato un maggiore dialogo con il territorio e le sue necessità per rendersi conto dell’importanza e del ritorno in termini di servizio offerto che la buca per le immersioni avrebbe garantito a Ravenna.
Gianfilippo Rolando
(capogruppo Lega Salvini premier)