La settimana scorsa, il Comune di Ravenna ha presentato, nella commissione Bilancio del consiglio comunale, il suo “Bilancio consolidato di Gruppo”, innovazione imposta dalla legge. Il suo scopo è rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione finanziaria e patrimoniale e il risultato economico della complessiva attività che ogni ente svolge non soltanto in proprio, ma avvalendosi di altri organismi che gli sono associati. In sostanza, i cittadini ravennati possono ora conoscere la contabilità reale dei servizi che il Comune eroga alla comunità locale, anche se gestiti da altri enti che ne dipendono o gli sono collegati. I numeri che ne escono, dettati dalle regole della matematica, non sono contestabili sul piano amministrativo. Encomiabile è stato il lavoro tecnico del servizio Finanziario. Ma il voto contrario a questo Bilancio consolidato del 2021, che Lista per Ravenna ha anticipato, trova molte ragioni nella valutazione politica di ciò che i dati dimostrano nella loro abnormità. Vediamone alcuni in controluce.
GRUPPO AFFOLLATO
Il Gruppo Comune di Ravenna contiene 32 organismi: 12 società di capitali (Ravenna Holding, Lepida, scuola Pescarini, AMR, ASER, START Romagna, Delta 2000, Ravenna Farmacie, SAPIR, AZIMUT, Ravenna Entrate, Romagna Acque), 4 enti strumentali (ASP, ACER, Parco del Delta, Destinazione Turistica Romagna), 2 istituzioni (Biblioteca Classense e MAR) e 14 Fondazioni (tra cui hanno peso contabile rilevante Ravenna Manifestazioni, con Ravenna Festival, e Ravenna Antica). In base a parametri fissati per legge sono esclusi dal perimetro del Bilancio consolidato 14 organismi, quasi tutti fondazioni, la cui posizione contabile è statisticamente irrilevante rispetto a quella del Comune di Ravenna capogruppo, mentre 7 vi rientrano essendo società di capitali partecipate da Ravenna Holding.
Sono dunque 18 gli organismi monitorati dal Bilancio consolidato del Comune. Ne basterebbe un terzo. Comportando ciascuno un carico di apparati e di orpelli burocratici, se ne avrebbero semplificazioni e risparmi notevoli. I soli costi del 2021 per gli amministratori e i revisori, scelti rigorosamente per meriti politici tra i partiti che governano il nostro territorio, sono stati pari a 560 mila euro, esclusi i 212 mila spesi dal Comune di Ravenna per i propri.
RISORSE ABBONDANTI
- A proposito della “scarsità di fondi”, che viene spesso lamentata per giustificare omissioni e disservizi, basti osservare che il “valore della produzione”, cioè di quanto è stato materialmente prodotto nel 2021 a servizio dei cittadini, è stato di 314 milioni, con costi anche leggermente superiori. Questo per segnalare l’alto volume di denaro che l’anno scorso il potere politico del Gruppo Comune di Ravenna ha potuto utilizzare e spargere in questa non grande città. Ancor più straordinario è che la chiusura dei conti, a fine dicembre 2021, ha registrato un avanzo di 123 milioni, di cui 7,7 utilizzabili liberamente. Nelle parti vincolate, per quanto esse stesse reali, spiccano se mai, imponendo una riflessione politica non da poco, i crediti di dubbia esigibilità, cioè di incerta riscossione, saliti ad 88 milioni rispetto ai 65 del 2020. Sono stati 111,9 milioni di euro i tributi versati nel Bilancio consolidato del 2021dai cittadini (oltre un terzo del “valore della produzione”), rispetto ai 110 del 2020. In sostanza, 2 milioni in più. Ci avevano assicurato che durante la pandemia le tasse non sarebbero cresciute.
- Nel 2021, il solo Comune di Ravenna ha speso 44 milioni per il proprio personale, pari a 1.186 dipendenti. Abbiamo sempre detto che si dovrebbero conteggiare anche quelli che, pur impiegati in servizi comunali, lavorano nei vari organismi del Gruppo associato. Dal Bilancio consolidato del 2021, ora sappiamo che sono costati 15 milioni quelli aggiuntivi di Ravenna Holding, con le sue sette società partecipate, e 3 milioni quelli arruolati dal resto del Gruppo. In tutto 62 milioni, in proporzione circa 485 “risorse umane” in più, “nascoste” nei meandri burocratici del sottogoverno “partecipato”.
PATRIMONIO MILIARDARIO
Nel 2021, la comunità ravennate ha messo a disposizione del Gruppo Comune di Ravenna, per farne l’uso migliore, un patrimonio netto di 1 miliardo e 82 milioni. Rispetto alle proprie attività, il capitale conteggiato è stato di 804 milioni in beni immobili materiali e di 316 in partecipazioni finanziarie o crediti a lungo termine. A fine dicembre 2021, il denaro in cassa, liquido o immediatamente liquidabile, è stato di 91,8 milioni. Eppure dicono sempre che “non ci sono i soldi”.
Alvaro Ancisi
(capogruppo di Lista per Ravenna – Polo civico popolare)