Premesso che:
- secondo le elaborazioni dei dati forniti dalla Regione Emilia – Romagna nel 2022: la situazione del personale sanitario ospedaliero è estremamente critica e sempre più drammatica, a partire dai professionisti che scelgono di abbandonare il sistema pubblico per quello privato e da quelli – il minor numero – che decidono di modificare la loro condizione, preferendo, ad esempio la medicina di base;
- sempre secondo le elaborazioni dei suddetti dati il personale ospedaliero – oltre a contrasti nazionali scaduti da anni – versa in una condizione di “superlavoro”, accumulando ore e ore di straordinario e numerose giornate di ferie non godute.
Tenuto conto che:
- per quello che riguarda il personale dell’AUSL Romagna, nel suo insieme escluso medici, biologi, farmacisti psicologi e altri dirigenti sanitari nonché professionali tecnici ed amministrativi, si sono registrate a fine dicembre 2022 ben 608.421 ore di lavoro straordinario e 473.954 giorni di ferie non godute;
Considerato che:
- oltre alla situazione critica sopra descritta è altresì rilevante la “fuga” dagli ospedali dei medici per mancanza di personale e turni sempre più logoranti tant’è che nell’AUSL Romagna continuano a essere alti i numeri di dimissioni: nel 2022 ne sono state complessivamente presentate 67(56 a tempo indeterminato e 11 determinato);
- i reparti che nel complesso hanno perso più medici sono quelli del Pronto Soccorso (31) seguito dalla Medicina a parimerito con la radiodiagnostica (21), dalla Cardiologia (17) e dalla rianimazione (15);
- tali dati portano a ipotizzare che molte delle motivazioni dell’abbandono possono attenersi più ad aspetti riguardanti le condizioni lavorative e di reparto che a quelli personali;
- è altresì evidente che la situazione di ore di straordinario, nonché di ferie maturate e non godute, è frutto di anni nei quali l’effetto trascinamento fa sì che l’imponenza delle ore di straordinario accumulate e dei giorni di ferie non goduti non siano recuperabili in una situazione ordinaria senza nuove assunzioni, se non a fronte di una riduzione nella qualità e quantità dei servizi.
Sottolineato che:
- tale situazione mette a serio rischio la tenuta della sanità pubblica e il diritto alla salute dei nostri cittadini
SI CHIEDE AL SINDACO E ALLA GIUNTA COMUNALE
- di adoperarsi presso la Regione e l’AUSL Romagna per ottenere una disaggregazione dei dati sopra citati che si limiti al solo Comune di Ravenna, sia per quel che concerne le ore di straordinario e i giorni di ferie maturate e non godute dal personale pesante del comparto, sia per quel che riguarda l’abbandono a diverso titolo del personale medico;
- di promuovere in Consiglio comunale una discussione a partire dall’analisi di tali dati, anche alla presenza dei principali soggetti istituzionali coinvolti.
F.to:
Chiara Francesconi – Capogruppo comunale gruppo “Misto”