21 Marzo 2023

Interrogazione “Siccità comunale”

F.to:
Giancarlo Schiano – Capogruppo “Movimento 5 Stelle”

Premesso che

● secondo il rapporto della Convenzione delle Nazioni Unite per combattere la desertificazione (Unccd), «Drought in Numbers 2022», in mancanza di una efficace strategia e di un impegno condiviso a livello globale, entro il 2050 la siccità potrebbe colpire oltre i tre quarti della popolazione mondiale;

● il degrado dei terreni nelle aree più esposte alla desertificazione è causato principalmente dallo sfruttamento eccessivo e dall’uso inappropriato del suolo e delle acque, oltre che dalle variazioni climatiche;

● la siccità è una delle principali cause della desertificazione che, a sua volta comporta, il declino della sua fertilità, della biodiversità che ospita, con evidenti danni complessivi anche alla salute umana, azioni i cui impatti sono fortemente inaspriti dai cambiamenti climatici;

● come rilevato dalle categorie di settore e dalle istituzioni competenti in materia, tali fattori hanno un pesante impatto sulla disponibilità di risorse idriche anche nel nostro Paese;

● la Società meteorologica italiana (Nimbus web) ha rilevato che il 2022 è entrato nella storia della climatologia italiana ed europea come un anno tra i più estremi mai registrati in termini di caldo e deficit di precipitazioni, e in particolare in Italia si è rivelato il più caldo e siccitoso nella serie climatica nazionale, iniziata nel 1800 e gestita dal Cnr-Isac di Bologna, con pesanti ripercussioni sulle portate fluviali, sull’agricoltura e la produzione idroelettrica;

● le prospettive non sembrano incoraggianti anche per il 2023. Il 10 gennaio 2023 il programma di osservazione satellitare della Terra EU-Copernicus (servizi sui cambiamenti climatici e il monitoraggio dell’atmosfera, C3S e CAMS) ha diramato l’analisi delle anomalie climatiche del 2022 in Europa e nel mondo ed evidenziato che un nuovo episodio di mitezza eccezionale ha interessato gran parte d’Europa anche tra fine dicembre 2022 e inizio gennaio 2023;

● si rileva inoltre che il già precario equilibrio del territorio è sempre più spesso aggravato da fenomeni pluviometrici estremi di segno diametralmente opposto, come violenti nubifragi che comportano erosione del suolo, rischio di frane, mareggiate intense, trombe d’aria e sbalzi termici, provocando frequenti e ingenti danni al territorio e al sistema produttivo;

● oltre all’aspetto quantitativo legato all’approvvigionamento, va considerato che il fenomeno della siccità comporta anche un decadimento della qualità della risorsa idrica, con gravi ripercussioni soprattutto per il settore agricolo. Si tratta del cosiddetto fenomeno dell’intrusione del cuneo salino, per il quale la progressiva intrusione di acqua marina a un elevato grado di salinità, determina una salinizzazione dei pozzi con cui vengono irrigate le colture, che risultano così irrimediabilmente danneggiate e un conseguente degrado dei suoli (salinizzati);

● va inoltre considerato che le infrazioni per la presenza di nitrati in falda permangono in molte zone d’Italia e gli indici di eutrofizzazione peggiorano lo stato di molti corpi idrici, con la conseguenza che la diminuzione dell’acqua in falda non può che aggravare la concentrazione dei nitrati e di altri inquinanti chimici nelle acque;

● la terribile situazione climatica con la quale siamo costretti a misurarci è innegabile, nell’ultima estate la crisi idrica ci ha posto d’innanzi ad un problema di gestione, raccolta e uso sapiente delle nostre risorse idriche;

● nell’anno 2022 la Regione Emilia Romagna ha chiesto al Governo, lo Stato di emergenza nazionale. Un passo necessario per fronteggiare una situazione complessa dal punto di vista ambientale che ha preoccupanti ricadute sul fronte delle produzioni agricole, ma non solo poiché anche gli habitat naturali sono messi a dura prova e registriamo una forte risalita del cuneo salino;

● in tutti i 18 comuni della provincia di Ravenna è stata emessa anche quest’anno un’ordinanza che recepisce le indicazioni della Regione, di Atersir e del dipartimento di protezione civile nazionale, in modo da avere un equilibrio uguale su tutto il territorio provinciale per l’utilizzo delle risorse idriche;

● queste ordinanze emergenziali dimostrano in modo evidente che la crisi climatica e idrica è tangibile anche in relazione alla riduzione annuale delle precipitazioni;

● i cambiamenti climatici e il degrado ambientale rappresentano una minaccia enorme per l’Europa e per il mondo. Una risposta forte a tali sfide viene data dalla Commissione europea con “Il Green Deal europeo” individuando la strategia di crescita mirata a trasformare l’Unione Europea in una società giusta e prospera, dotata di un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva;

● coerentemente agli indirizzi europei, l’Italia ha adottato il Piano Nazionale Integrato Energia Clima (PNIEC) nel quale vengono individuati gli obiettivi da raggiungere per il 2030;

● la Commissione Europea raccomanda inoltre gli Stati membri di adottare misure adeguate ad affrontare la “povertà energetica” – determinata da una combinazione di basso reddito, elevata spesa per l’energia e scarsa efficienza energetica – una problematica che rischia di affliggere fino all’11% dell’intera popolazione dell’Unione Europea;

● si tenga conto anche degli obiettivi della regione Emilia Romagna che ribadisce l’impegno a raggiungere la neutralità carbonica prima del 2050, e aggiunge quello di passare in regione al 100% di energie pulite e rinnovabili entro il 2035.

Tenuto conto che

● L’articolo 62 del D.Lgs. 152/2006 prevede che i comuni, le province, i loro consorzi o associazioni, le comunità montane, i consorzi di bonifica e di irrigazione, i consorzi di bacino imbrifero montano e gli altri enti pubblici e di diritto pubblico con sede nel distretto idrografico partecipano all’esercizio delle funzioni regionali in materia di difesa del suolo nei modi e nelle forme stabilite dalle regioni singolarmente o d’intesa tra loro, nell’ambito delle competenze del sistema delle autonomie locali;

● La crisi idrica ha coinvolto in modo grave l’agricoltura locale e i relativi consorzi;

● il 12 gennaio 2021 è entrata in vigore la nuova direttiva europea sull’acqua potabile, che mira ad offrire acqua di rubinetto di alta qualità in tutta l’UE;

● la direttiva, di cui sopra, registra un importante primato, in quanto è la prima legislazione europea che viene adottata in seguito ad un’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE), lo strumento di democrazia partecipativa dell’UE. Si tratta di Right2Water (“Acqua potabile e servizi igienico-sanitari: un diritto umano universale! L’acqua è un bene comune, non una merce!”), l’ICE lanciata nel 2012 che ha esortato la Commissione europea a proporre una normativa che sancisse il diritto umano universale all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari e la loro fornitura in quanto servizi pubblici fondamentali per tutti. L’obiettivo principale della campagna era fare in modo che la legislazione dell’UE imponesse ai governi nazionali di garantire e fornire a tutti i cittadini acqua potabile pulita e servizi igienico-sanitari in misura sufficiente. Right2Water ha raccolto più di 1.600.000 firme e ha spinto la Commissione europea ad elaborare nel 2018 il testo, approvato dal Consiglio ed infine, nel mese di dicembre 2020, dal Parlamento;

● tra le novità presenti nel testo della direttiva, particolarmente rilevante è l’introduzione di un approccio al monitoraggio dell’acqua basato sul rischio, ovvero sull’individuazione dei rischi e sulla gestione dell’intera catena di approvvigionamento dell’acqua potabile, dal bacino idrografico, all’estrazione, al trattamento, allo stoccaggio e alla distribuzione fino al punto in cui i valori devono essere rispettati, ossia dalla fonte al rubinetto (la valutazione del rischio, concetto in realtà già previsto della Direttiva 2015/1787, recepita in Italia dal DM 14 giugno 2017, che modificava gli allegati II e III della 98/83);

● gli Stati membri hanno adesso due anni per recepire le modifiche nelle loro norme nazionali. Al recepimento della direttiva ogni stato membro potrà introdurre nell’elenco di sostanze da controllare ulteriori parametri e stabilire valori più restrittivi a quelli previsti dalla norma comunitaria. L’Italia dovrà quindi adesso rivedere il suo DLgs 31/2001.

CHIEDIAMO

che il Consiglio Comunale impegni il Sindaco e la Giunta

● a promuovere, anche attraverso appositi tavoli istituzionali con tutte le autorità competenti in materia, politiche intersettoriali sulla gestione della quantità e della qualità dell’acqua per accrescere la resilienza dei sistemi di approvvigionamento idrico, di trattamento, di stoccaggio e di trasporto nonché dei sistemi di igiene, assicurando adeguate conoscenze ai fini decisionali e della corretta comunicazione ambientale;

● ad adottare iniziative volte a prevedere una ricognizione puntuale degli scopi delle principali captazioni idriche locali, anche in vista di piani di riduzione differenziata delle captazioni in caso di emergenza idrica quantitativa e qualitativa in funzione dell’utilizzo primario;

● a valutare l’opportunità di richiedere analisi qualitative a campione della risorsa idrica emunta dai pozzi domestici in occasione di crisi idriche nel territorio comunale, al fine di verificare la sussistenza dei requisiti di potabilità delle acque;

● a promuovere campagne di sensibilizzazione volte a condividere in modo solidaristico e secondo principi di proporzionalità la necessità di riduzione dei consumi domestici e dei prelievi da parte di tutti i soggetti derivatori.

F.to: Giancarlo Schiano Capogruppo comunale – “M5S”