Premesso che
- I cambiamenti climatici e il degrado ambientale rappresentano una minaccia enorme per l’Europa e per il mondo. Una risposta forte a tali sfide viene data dalla Commissione europea con “Il Green Deal europeo” individuando la strategia di crescita mirata a trasformare l’Unione Europea in una società giusta e prospera, dotata di un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, che nel 2050 non genererà emissioni nette di gas a effetto serra e in cui la crescita economica sarà dissociata dall’uso delle risorse.
Considerando che
- al fine di sostenere al raggiungimento di tali obiettivi, nell’ambito del pacchetto “Clean Energy for all Europeans” (Energia pulita per tutti i cittadini europei), su proposta della Commissione europea, il Parlamento europeo e il Consiglio europeo hanno adottato la cd. RED II, la Direttiva europea sulla promozione delle fonti rinnovabili (UE 2018/2001), che riconosce e promuove le configurazioni di Autoconsumo collettivo e di Comunità energetiche;
- uno dei cardini centrali di tale sfidante trasformazione è il GREEN NEW DEAL Europeo, attuato in Italia con la promulgazione da parte del MISE del PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia ed il Clima) lo scorso gennaio 2020 nella legge di bilancio del corrente anno;
- la Commissione Europea raccomanda inoltre gli Stati membri di adottare misure adeguate ad affrontare la “povertà energetica” – determinata da una combinazione di basso reddito, elevata spesa per l’energia e scarsa efficienza energetica – una problematica che rischia di affliggere fino all’11% dell’intera popolazione dell’Unione Europea.
Tenuto conto che
- con l’Art. 42bis del D.L. 162/2019 “Milleproroghe”, convertito dalla L. n.8/2020 pubblicata su GU n. 51 del 29 febbraio 2020, il Governo italiano ha deciso di recepire in anticipo la Direttiva 2018/2001, consentendo (sia pur a specifiche condizioni) ai consumatori di energia elettrica di associarsi per realizzare “Comunità di Energia Rinnovabile” (CER), ed il MISE ha emanato il decreto attuativo il 16/09/2020 con specifici incentivi per supportare la creazione di CER (Deliberazione 4 Agosto 2020 318/2020/R/EEL di ARERA), che sono compatibili con il cosiddetto “Superbonus” del 110%;
- detta condivisione non era realizzabile in precedenza, poiché sussisteva il limite normativo per cui l’energia prodotta da un impianto alimentato da fonte rinnovabile fosse auto consumata al massimo dall’utente presso il quale l’impianto era installato;
- la Regione Emilia Romagna a tal fine ha emanato il 15 dicembre 2020 “IL PATTO PER IL LAVORO E PER IL CLIMA”, sottoscritto da 55 firmatari tra enti, sindacati, imprese, scuole ed università tra i quali, ovviamente il Comune di Ravenna; patto la cui sintesi è riassunta nelle partole del Vice presidente Regionale Elly
Schlein: “Adesso la transizione ecologica e la neutralità carbonica sono obiettivi concreti e condivisi. Abbiamo dato un indirizzo chiaro e coraggioso alle scelte per il contrasto ai cambiamenti climatici e alle
disuguaglianze sociali, di genere e territoriali. Questo Patto segna l’impegno condiviso a fare ciascuno la propria parte per ripartire insieme, avviando un percorso di cambiamento urgente e ineludibile per il futuro della nostra comunità e delle prossime generazioni. In un momento difficile come questo in cui nel Paese, per affrontare la crisi pandemica, sono richieste unità e responsabilità in Emilia- Romagna siamo riusciti a costruire una cornice strategica per non tornare alla normalità di prima, ma migliorare la qualità della vita delle persone e del pianeta.”;
- in tale quadro generale lo scorso 14 luglio 2021, la Commissione Europea ha presentato il “Fit for 55”, un pacchetto di 12 direttive (tra cui la Renewable Energy Directive_REDII), finalizzate al raggiungimento degli obiettivi per la salvaguardia del clima che risultano essere tra i 17 goals dell’agenda 2030, al cui raggiungimento tutti i pasi membri sono chiamati;
- il 30 Novembre 2021 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Dlgs 8 novembre 2021, n. 199 RED II, il decreto legislativo che dà attuazione alla direttiva comunitaria 2018/2001 sulla “promozione dell’uso
dell’energia da fonti rinnovabili”, in vigore dal 15 dicembre 2021, integrato dal d.lgs. n. 210 dell’8 novembre 2021, pubblicato in G.U. l’11 dicembre 2021, che attua la direttiva 2019/944 sul mercato interno dell’energia elettrica, che entrerà in vigore il 26 dicembre 2021. I provvedimenti, mirano ad accelerare gli obiettivi di riduzione dell’impatto climatico nazionale in coerenza con quanto stabilito a livello UE. Nel complesso le nuove normative portano con sé importanti novità nella disciplina del settore, toccando tutti temi “caldi” del momento. Dagli incentivi alle rinnovabili elettriche e al biometano, alla promozione
dell’utilizzo dell’energia termica da fer; dall’impiego dei proventi delle aste della CO2 per la copertura degli oneri in bolletta, alle norme per le nuove formule di autoconsumo; dalle semplificazioni burocratiche, alla disciplina per l’individuazione delle aree idonee per l’installazione di impianti; dagli obblighi per l’edilizia, alle misure per il teleriscaldamento. Ora quindi, in virtù di tali nuove Leggi dello Stato, i cui decreti attuativi saranno emanati entro il mese di febbraio 2022, i consumatori di energia elettrica potranno quindi associarsi per realizzare le Comunità Energetiche Rinnovabili (D.lgs 199 – CER) e le Comunità Energetiche dei Cittadini (D.lgs. 210 – CEC) ed entrambe sono soggetti di diritto autonomo aperte a tutti. Possono essere composte da persone fisiche, PMI, enti territoriali e autorità locali, incluse le amministrazioni comunali, gli enti di ricerca e formazione, gli enti religiosi, quelli del terzo settore e di protezione ambientale nonché le amministrazioni locali. Per quanto riguarda le imprese, la partecipazione alla comunità di energia rinnovabile non può costituire l’attività commerciale e industriale principale.
Visto che
- i cittadini, gli Enti pubblici e territoriali e le Pmi possono quindi attivarsi collettivamente anche attraverso consistenti strumenti di incentivazione per sostenere la creazione di tali configurazioni, che riducono i costi della bolletta elettrica attraverso lo spostamento delle marginalità economiche del sistema energetico agli aderenti delle configurazioni, alimentando la crescita economica, sostenibile e sociale. Ciò abbatte le emissioni inquinanti e riduce i conseguenti impatti ambientali e sanitari, fortemente presenti nei centri urbani; la riduzione dei costi in bolletta per i membri che aderiscono alle configurazioni può essere lo strumento efficace da impiegare per affrontare il problema della povertà energetica che colpisce in particolare le famiglie con disagio economico: gli Enti pubblici e quelli territoriali pertanto, possono essere promotori sui propri territori di competenza di politiche sociali attive che coinvolgono i cittadini nella promozione e partecipazione nelle diverse forme di configurazioni contribuendo efficacemente ad affrontare e ridurre la povertà energetica tra i cittadini in particolare verso gli anziani.
- gli Enti pubblici e quelli territoriali pertanto, possono essere promotori sui propri territori di competenza di politiche sociali attive che coinvolgono i cittadini nella promozione e partecipazione nelle diverse forme di configurazioni contribuendo efficacemente ad affrontare e ridurre la povertà energetica tra i cittadini in particolare verso gli anziani. Gli Enti pubblici potrebbero sostenere la creazione di configurazioni tra cittadini o tra enti e cittadini in cui gli impianti potrebbero essere realizzati dall’Ente anche su aree o
coperture di edifici pubblici e l’energia prodotta condivisa, ad esempio, si potrebbe realizzare una comunità
energetica con un impianto installato sul tetto di una scuola, caldeggiando ed invitando i residenti del quartiere ad aggregarsi alla comunità energetica implementando la stessa con impianti esistenti sugli edifici residenziali e/o realizzandone di nuovi, quindi l’Ente pubblico può attivarsi in varie modalità, utilizzando lo strumento delle “Comunità Energetiche”:
- Partecipare come sponsor, utilizzando le provvidenze del Fondo Kyoto, del Fondo Nazionale Efficienza energetica, e del “Fondo Comuni per l’efficienza energetica” quindi costruendo completamente l’impianto, a costo ridotto per se stesso in quanto finanziato dai suddetti fondi, e facendo soci (gratuitamente) della Comunità le famiglie con basso ISEE, in modo queste abbiano la corrente elettrica ad un prezzo più basso rispetto a quello di mercato.
- Partecipare come socio “semplice” per una determinata quota di costruzione dell’impianto.
- Promuovere formazione e divulgazione presso la cittadinanza, per spiegare i vantaggi e gli aspetti essenziali. che la Regione Emilia Romagna disciplina la programmazione energetica del territorio attraverso la L.R.n.26 del 23 dicembre 2004 che all’art. 4 disciplina le funzioni dei Comuni in materia energetica:
- approvano programmi ed attuano progetti per la qualificazione energetica del sistema urbano, con particolare riferimento alla promozione dell’uso razionale dell’energia, del risparmio energetico negli edifici, allo sviluppo degli impianti di produzione e distribuzione dell’energia derivante da fonti rinnovabili ed assimilate e di altri interventi e servizi di interesse pubblico volti a sopperire alla domanda di energia utile degli insediamenti urbani, comprese le reti di teleriscaldamento e l’illuminazione pubblica, anche nell’ambito dei programmi di riqualificazione urbana previsti dalla legislazione vigente;
- esercitano le funzioni di cui all’articolo 6 della legge n. 10 del 1991, nonché le altre funzioni attribuite loro da specifiche disposizioni legislative;
- questa proposta è fortemente allineata nel quadro sovraordinato, nei temi della programmazione strategica e nel perseguimento di tutti i traguardi emanati nel DUP (Documento Unico di programmazione) 2021-2023 redatto quale documento programmatico del mandato amministrativo 2021-2026 del Comune di Ravenna.
Ritenuto che
- Ravenna possa proseguire e sostenere una delle sue più grandi sfide ossia una rigenerazione territoriale e culturale, in cui la collettività, se rappresentata e guidata, viene messa nelle condizioni di essere essa stessa motore di innovazione, come spesso di fatto questa amministrazione si è fregiata di saper fare.
Ciò premesso e considerato, proponiamoechiediamoche
il Consiglio Comunale impegni il Sindaco e la Giunta
- ad adottare una opportuna delibera al fine di promuovere sul territorio la creazione di Comunità energetiche rinnovabili di quartiere e di autoconsumo collettivo in linea con D.lgs 8 novembre 2021, n. 199, incoraggiando e sostenendo i progetti di partenariato pubblico/privato, attraverso la pubblicazione di una manifestazione d’interesse tesa ad individuare operatori tecnico/economici congrui e capaci di proporre soluzioni progettuali operative, finalizzate a permettere all’Ente comunale, ai privati ed alle imprese riminesi di aggregarsi per la creazione di nuove forme di governance per la produzione e consumo di energia elettrica (generazione distribuita e prosumer), per la creazione di vantaggi diffusi ed equanimi per i singoli e per le comunità in termini sia economici, sia sociali ed ambientali, configurandosi come soggetto
facilitatore per il coinvolgimento della cittadinanza tutta, e come soggetto promotore e proattivo per la generazione del processo virtuoso di creazione delle comunità energetiche;
- ad istituire un apposito canale operativo presso i propri uffici tecnici comunali per la semplificazione autorizzativa;
- a creare uno specifico sportello URP per l’informazione collettiva, corredata da opportuno piano di comunicazione strutturato su tutti i canali mediatici on ed off line, ai fini del sostegno allo sviluppo delle CER, in recepimento ed ottemperanza al quadro normativo e sostanziale descritto ed al citato art. 42 bis del Decreto Milleproroghe, il quale prevede un ruolo attivo per i Comuni che possono partecipare come soci alle CER, per godere di una serie di incentivi ventennali per l’energia prodotta auto-consumata.
Obiettivi e finalità a corredo della proposta di delibera:
- Integrare la programmazione territoriale con progetti concreti di partenariato pubblico/privato, aventi l’obiettivo di ridurre i fabbisogni energetici, migliorare il comfort del patrimonio edilizio pubblico esistente e indirettamente preservare l’ambiente, la salute pubblica ed il clima, predisponendo così l’opportunità per i cittadini di aggregarsi nelle opportune forme previste in Comunità energetiche dei cittadini e di Comunità energetiche Rinnovabili (Direttive EU 2018/2001 “Comunità di Energia Rinnovabile” e 944/2019 “Comunità Energetiche dei Cittadini”);
- individuare un edificio pubblico per ogni quartiere da proporre come location di un progetto di innesco alle CER di quartiere;
- aprire un bando per la realizzazione di un programma operativo sistemico e trasversale per lo sviluppo diffuso delle Comunità energetiche Rinnovabili di quartiere, in un quadro di azione partecipata ed inclusiva tra istituzioni, aziende, territorio, famiglie e Giovani, per contribuire fattivamente allo sviluppo sostenibile della città, mantenendo il focus sui tre principali asset: sostenibilità, benessere, aggregazione socio- economica, educazione civica ed ambientale.