Premesso che:
Anoressia, bulimia, binge eating, ortoressia, bigoressia, disturbo da ruminazione, picacismo (o più semplicemente pica), sindrome da alimentazione notturna sono una serie di disturbi legati a un anomalo rapporto con il cibo.
Visto che:
secondo la Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare (SISDCA) questi disturbi colpiscono 8.500 persone all’anno. Nove donne su 100.000 si ammalano di anoressia e 12 di bulimia, mentre tra gli uomini i nuovi casi di anoressia sono circa 1,2 ogni 100.000 persone e i casi di bulimia sono circa 0,8 su 100.000.
Considerato che:
i numeri sono orientativi e probabilmente sottostimati, perché non è semplice ottenere una stima precisa vista la difficoltà al riconoscimento di questi disturbi, la cui diffusione può avere valori poco indicativi nella popolazione generale ma tassi molto alti in popolazioni specifiche. Ne soffrono, ad esempio,10 adolescenti su 100 e tra questi, uno o due presentano forme più gravi come l’anoressia e la bulimia mentre gli altri soffrono di manifestazioni più lievi.
La fascia compresa tra i 15 e i 19 anni è tradizionalmente quella più a rischio, ma negli ultimi anni l’età in cui compaiono i primi disturbi si è abbassata e sono sempre più numerosi i casi di bambini che soffrono di anoressia o bulimia già tra gli 8-9.
Assodato che:
in Italia, sebbene gli studi in merito siano pochi e condotti a livello locale, hanno evidenziato valori simili a quelli internazionali: nel 2010 ad esempio si certificano ospedalizzazioni dovute ad anoressia nervosa pari a 22,8 su 100.000 fra le donne e 2 su 100.000 fra gli uomini (in pazienti di età 10-19 anni), nelle donne di età compresa tra 15-19 anni il tasso sale a 31,7 su 100.000.
Questi dati, che fanno riferimento solo ai casi trattati in ospedale, sono probabilmente in difetto anche a causa di un mancato monitoraggio dovuto al terribile periodo Pandemico (Covid-19). Inoltre sono state escluse dal conteggio, ad esempio, tutte le ospedalizzazioni registrate come casi di malnutrizione o perdita eccessiva di peso.
Accertato che:
Tutti i disturbi sono più frequenti tra le donne: gli uomini rappresentano il 5-10% dei casi di anoressia e il 10-15% dei casi di bulimia. Secondo una ricerca seguita dall’Aba Associazione Italiana per la cura e la prevenzione di Anoressia e Bulimia, il 95,9% delle persone affette sono donne. Questo rapporto si sta aggravando perché sono sempre di più i giovani maschi preadolescenti o adolescenti che ne soffrono. Secondo i dati raccolti dalla American Psychiatric Association, i ragazzi rappresentano il 19-30% degli adolescenti anoressici. Ad aumentare la percentuale maschile contribuiscono inoltre alcuni “nuove” forme patologiche, come ad esempio la bigoressia detto anche “anoressia inversa” perché chi ne soffre si considera troppo magro, nonostante il fisico muscoloso (è diffuso in particolare tra gli sportivi e i frequentatori di palestra).
Verificato che:
I tempi di recupero sono lunghi, come ha dimostrato uno studio condotto sulle adolescenti americane ospedalizzate per anoressia nervosa, ma nei casi trattati correttamente non ci sono vittime. Al contrario, se il trattamento non è tempestivo ed efficace, il tasso di mortalità per anoressia supera il 10% ed è il più alto tra le malattie psichiatriche.
I disturbi del comportamento alimentare se trattati si possono risolvere nell’arco di qualche anno e si può raggiungere, nella maggior parte dei casi, una guarigione stabile.
Nell’anoressia nervosa, dopo 2- 4 anni i sintomi sono scomparsi o attenuati nel 20-30% dei casi e dopo 8 o più anni nel 70-80% dei casi.
Secondo i dati delle dimissioni ospedaliere, nel 2016 in Italia le vittime sono state 3.360 e, come già anticipato, anche questa cifra probabilmente è in difetto: spesso i decessi vengono classificati sotto un’altra categoria, tendenzialmente con il termine medico di “arresti cardiaci”.
Si chiede quindi al Sindaco e alla Giunta:
una mappatura delle strutture che forniscono servizi di ambulatorio, day hospital, ricovero ospedaliero e riabilitazione residenziale, al fine di migliorare l’assistenza, la prevenzione e cura dei DCA sul nostro territorio;
di attuare una campagna di sensibilizzazione, al fine di rendere note queste patologie a molte di quelle persone che ne soffrono ma non sono consapevoli della loro condizione oppure sono consapevoli ma non sanno a chi rivolgersi;
di creare iniziative mirate per la sensibilizzazione, inserendo esperti ed eminenze del settore e far diventare Ravenna un punto di riferimento per le persone che soffrono di disturbi alimentari;
Garantire un corso di formazione per gli operatori socio-sanitari che vogliono approfondire questi temi.
F.to: Giancarlo Schiano – Capogruppo consiliare “M5S”