Premesso che:
siamo il Paese con il più basso tasso di natalità per molteplici motivi: da una parte il welfare pubblico fatica a sostenere i genitori in questa scelta e dall’altra vi è la difficoltà di conciliare i tempi di vita con quelli di cura della casa e della famiglia.
Nel nostro Paese per far fronte a questa esigenza e per adempiere alla raccomandazione europea, l’8 marzo del 2000 è stata emanata la L. 53, “Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione, per il coordinamento dei tempi della città”, offrendo una cornice normativa a interventi che collegassero vita lavorativa e privata familiare.
Tra la fine degli anni Novanta e il periodo attuale, l’esigenza di offrire risposte flessibili ai mutati bisogni delle famiglie porta ad introdurre negli atti il riferimento a nuovi servizi per permettere ad ogni bambino, sin dalla nascita, di avere tutti gli strumenti necessari per crescere, imparare e formarsi; oltre che permettere ai genitori, in particolar modo alla madre, di conciliare le esigenze di vita personale e vita lavorativa.
Assume, così, maggiore valore la collaborazione tra servizi e famiglie e si accentuano i riferimenti alla conciliazione dei tempi di cura e lavoro: sostenere le famiglie, facilitare l’accesso della donna al lavoro, promuovere un servizio e un sostengo alla famiglia e sostenere il lavoro di cura dei genitori.
Ricordato che:
nell’ambito della priorità di investimento 9.4 del Programma Operativo FSE 2014-2020, la Regione si è impegnata ad attivare misure di conciliazione vita-lavoro al fine di favorire l’inclusione lavorativa e sociale delle persone attraverso incentivi economici volti a sostenere l’accesso ai servizi educativi e ai servizi all’infanzia quale condizione di integrazione per favorire l’inserimento e la permanenza nel mercato del lavoro e per contrastare ogni forma di discriminazione e marginalità sociale;
Considerato:
la legge regionale n. 12 del 30 giugno 2003, “Norme per l’uguaglianza delle opportunità di accesso al sapere, per ognuno e per tutto l’arco della vita, attraverso il rafforzamento dell’istruzione e della formazione professionale, anche in integrazione tra loro”
Rimarcato che:
C’è bisogno di seri interventi a favore della conciliazione, uno fra tutti è l’investimento nei servizi integrativi per la prima infanzia (0-3 anni): non solo nidi, ma spazi educativi, spazi gioco con flessibilità oraria, che siano accessibili a tutti e di qualità.
I servizi rivolti ai minori che favoriscono la conciliazione vita/lavoro nel periodo di sospensione estiva delle attività scolastiche/educative, sono tra questi servizi e costituiscono reali occasioni di apprendimento ed effettivi strumenti di integrazione e opportunità esperienziali utili alla crescita dei bambini e dei ragazzi.
Si chiede al Sindaco e alla Giunta:
- di informar il consiglio circa il sistema dei servizi dedicati all’infanzia e all’adolescenza, facenti parte del sistema integrato pubblico-privato, in riferimento al periodo estivo e se questi sono sufficienti al soddisfacimento dei bisogni espressi dalle famiglie ravennati.
F.to:
Francesca Impellizzeri – Capogruppo comunale “Ravenna Coraggiosa”