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Proposta 4

Ora, nel mio piccolo, mi sento di suggerire cose minime che potrebbero però avere un loro significato.

Premesso che, per quanto riguarda i vari piani PRU, POCS, ecc…se ne dovranno preoccupare i tecnici competenti in quanto i cittadini “normali” potranno dire la loro sull’argomento solo dopo aver visto quali sono i progetti veri e propri;

premesso che ci dovrà essere una volontà politica di marciare tutti verso lo stesso traguardo; premesso che si faranno tante chiacchere per lungo tempo, ritengo comunque giusto tenere informati i cittadini affinché non ci si ritrovi, a cose fatte…con problematiche non più risolvibili; premesso che, tuttora, se ho ben capito, le 46 proprietà dell’area non sono ancora arrivate a nessun accordo con le Autorità; premesso che occorrerà dare una graduatoria di priorità alla scaletta dei lavori, anche per reperire i fondi necessari; premesso che occorre avere ben chiaro di cosa si vuol fare della Darsena e quale “anima” nuova le si vuole dare, secondo me le prime cose fondamentali, come espresso anche da altri concittadini, sono:

 

1) BONIFICARE E METTERE IN SICUREZZA - Pertanto anche quando si dovranno demolire vecchie strutture, adottare tutte le misure affinché non si disperdano le polveri nocive (anche amianto?!) dei manufatti obsoleti.

 

2) TRASFERIRE senza altri indugi, il Centro Operativo della CMC che, per polveri e rumori, è veramente un disastro. Per quanto riguarda il rumore delle macine e il soffione…, anche a lungo raggio, sembra di essere in un aeroporto, anche di notte e la nuvola di polvere costante è alquanto insidiosa.

 

Poi bisognerà aver chiaro fin da subito cosa si vuol mantenere, a testimonianza del passato e che occorrerà caratterizzare con uno “stile” il nuovo, a mio avviso non con palazzoni e cementificazione selvaggia.

Nelle strade storiche della zona, dove le case hanno determinate caratteristiche che sono state mantenute anche con recenti ristrutturazioni individuali, se si daranno nuovi permessi per attività artigianali, si dovrà tener conto che non siano “dannose” oltre i limiti concessi, per la salute, visto che queste case sono prevalentemente attaccate le une alle altre o separate da piccoli giardinetti. Altrimenti capita come nella via Perilli che, diventata parte di un nuovo quartiere residenziale, si ritrova ad avere un’officina di lavorazione del ferro e dell’acciaio e di un’altra, per auto, che prolunga a dismisura gli orari di lavoro, sabato compresi, ecc… con ben comprensibile disturbo per coloro che abitano lì adiacenti.

 

 

 

Ora, nel mio piccolo, mi sento di suggerire cose minime che potrebbero però avere un loro significato.

 

1) Iniziare da subito, quel minimo di conservazione di piccoli reperti facilmente asportabili, prima che il tempo o i vandali arrechino danni ulteriori (vedasi per es. la scultura in cemento che raffigura un’aquila, all’ingresso del vecchio tiro a segno, vecchie insegne con scritte, portoncini, lampioni, attrezzi, ecc..) per dar vita ad un museo, da individuare fra i fabbricati da conservare e ristrutturare. Recuperare l’enorme materiale fotografico-video coinvolgendo le varie ex Ditte/Società con i loro dati storici, i privati cittadini, le varie associazioni, Camera di Commercio, Industriali, ecc..ecc.. e inserirvi gli archivi fotografici del porto fin dalla sua origine

 

2) Quando si edificheranno nuovi palazzi, uffici, ecc… dare la possibilità a tutti i mosaicisti-artisti di Ravenna, di lasciare un segno con le loro opere da inserire in ogni ingresso, scala, atrio, portico, ecc… e utilizzare il mosaico artistico (non industriale). Per fare ciò si potrebbero già mettere in conto, in ogni progetto edile, 5.000 euro in più per es.(che sarebbero come un centesimo dentro miliardi) da destinare all’artista per la sua creazione, dando però una misura standard alle opere e anche per le sculture.

Insomma creare anche qualcosa di piccolo che inserito in un contesto grande abbia la sua personalità , che ci faccia distinguere. E visto che nel centro storico è stato fatto ben poco per dare risalto al mosaico, facciamolo ora che si presenta questa opportunità di creare del nuovo.

3) A New York c’è il Central Park. A Ravenna, nell’area ex Sarom, non si potrebbe creare un polmone verde che farebbe anche da filtro fra gli stabilimenti chimici e la città???? E sarebbe anche un bell’ingresso alla strada del mare, visto che oramai il porto arriva a bordo strada e proprio non è il massimo per una città che vuole puntare molto anche sul turismo crocieristico??? Ecco, questo potrebbe essere una eredità “buona” da lasciare alle future generazioni di Ravenna. E lasciare le due torri lì dove sono.

 

Queste sono le mie prime idee.

 

GIOVANNA BEZZI

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