I Grant You Refuge, una mostra diffusa, che trasforma lo spazio pubblico in un luogo di riflessione collettiva sui diritti umani, sul dramma del conflitto e sulla necessità di proteggere la dignità di ogni individuo. Attraverso una serie di manifesti di grande e medio formato lungo le principali strade della città, grazie alle foto scattate da sei fotoreporter, l’iniziativa porta sotto gli occhi di tutti immagini che raccontano storie di resistenza, speranza e umanità a Gaza.
I Grant You Refuge è una mostra fotografica collettiva, curata dal fotografo Paolo Patruno, il cui titolo trae ispirazione dall’omonima poesia della scrittrice e poetessa palestinese Hiba Abu Nada, uccisa il 20 ottobre 2023 nella sua casa nel quartiere Manara di Khan Yunis, durante un bombardamento.
Autori di questi scatti sono Shadi Al-Tabatibi, Mahdy Zourob, Mohammed Hajjar, Saeed Mohammed Jaras, Omar Naaman Ashtiwi e Jehad Al-Sharafi.
Le biografie dei fotografi e del curatore della mostra.
Jehad Al-Sharafi Mahdy Zourob Mohammed Hajjar
Omar Naaman Saeed Jaras Shadi Al-Tabatibi
“Essere un giornalista a Gaza non significa solo tenere in mano una macchina fotografica; significa rischiare tutto per mostrare al mondo la verità. I fotografi non sono immuni dalla violenza che documentano, sono sulla linea di fuoco e vengono presi di mira proprio come le persone tra cui si trovano. Ma il momento più difficile come fotografo non è stato solo catturare la distruzione, ma guardare attraverso il mio obiettivo il volto di un bambino ferito. Per un momento, mi sono bloccato e ho pensato: e se fosse stato mio figlio? Come fa un padre a elaborare la vista del figlio o della figlia in quello stato? Quel pensiero non mi ha mai abbandonato. Vive ancora con me ogni giorno. Tenere una macchina fotografica in tali circostanze non significa solo scattare foto; è una responsabilità. Una responsabilità di documentare, di raccontare storie, di assicurarsi che questi momenti non diventino solo numeri nelle notizie. Queste immagini non sono solo scene di distruzione; sono la prova di ciò che è accaduto. Sono le storie di persone vere che hanno vissuto in questi luoghi, che avevano dei sogni, proprio come chiunque altro al mondo. A Gaza, dove la vita e la morte sono spesso separate da pochi istanti, questi fotografi non si limitano a scattare foto, ma le vivono. Ogni scatto è un battito di cuore, ogni immagine è una testimonianza. Queste storie, crude e non filtrate, devono essere condivise per ricordare al mondo le lotte, i sacrifici e la speranza incrollabile di ogni fotoreporter, di ogni palestinese. Gaza era bellissima e sarà sempre bellissima. Perché la bellezza non è solo negli edifici e nelle strade, è nelle persone che, nonostante tutto, continuano ad aggrapparsi alla vita, alla speranza e alla resilienza. Attraverso questa mostra, voglio che vediate Gaza come l’ho vista io: una città che merita di vivere e persone che meritano sicurezza e gioia, proprio come chiunque altro” afferma Shadi Al-Tabatibi, uno dei fotografi i cui scatti compongono la mostra.
Le organizzazioni internazionali testimoniano che a Gaza vi è una percentuale altissima di giornalisti e fotoreporter uccisi in un conflitto, dramma nel dramma, che ricorda quanto sia importante il giornalismo indipendente di denuncia.
A Ravenna, I Grant You Refuge assume la forma di una mostra a cielo aperto, un’opera collettiva che invita a fermarsi e a interrogarsi su quanto può fare ognuno e la comunità internazionale nel riconoscere e difendere i diritti fondamentali. Il progetto documenta sofferenze e morte della popolazione civile che i media non sempre riescono a raccontare. L’assenza di immagini rischia di generare distacco, superficialità, mancanza di conoscenza, scarsa percezione dei fatti. Le foto ospitate a Ravenna trasmettono una quotidianità compresa oggi solo in parte.
Oltre all’esposizione in esterno, le foto troveranno spazio anche in alcune sale della città e presso le sedi di enti che vorranno aderire alla campagna di informazione. Per conoscere l’elenco delle sedi in cui la mostra sarà visitabile, clicca sul link
“Queste foto ci raccontano l’immane tragedia umanitaria che si sta consumando a Gaza, dove migliaia di persone vivono sotto la costante minaccia della morte, della distruzione e della deportazione”, afferma l’assessora all’immigrazione Federica Moschini. “Da sempre il Festival delle Culture è impegnato nella promozione del dialogo come principale strumento di convivenza pacifica e di intervento sulle tematiche globali. Nell’attuale periodo storico invece strategie di scontro militare, commerciale, sociale sempre più si affermano come unico strumento di regolazione dei rapporti tra popoli – prosegue l’assessora – Assistiamo a una delegittimazione continua del diritto e delle organizzazioni internazionali e anche l’esistenza stessa dell’Unione Europea, nata come costruzione sovranazionale per garantire la pace tra i popoli dopo la seconda guerra mondiale, viene messa in discussione. Questa campagna di sensibilizzazione vuole essere un monito perché ogni guerra è un affronto alla vita e richiama ciascuno di noi ad un maggior impegno civile perché la tutela dei diritti umani inizia dove scorre la nostra vita quotidiana, nel quartiere, sui luoghi di lavoro, a scuola, come ci ricorda Eleanor Roosevelt”.
